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SCIENZA

Scosse di terremoto intorno al Vesuvio: sappiamo cosa le ha causate

Il reale motivo delle scosse intorno al cratere del Vesuvio di Napoli e la situazione aggiornata ai Campi Flegrei

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La Campania sta facendo fronte a fenomeni bradisismici ripetuti, che stanno allarmando la popolazione. Lo sguardo è costantemente rivolto all’area dei Campi Flegrei, posti sotto stretto controllo ma, al tempo stesso, non cala ovviamente l’attenzione per quanto concerne il Vesuvio.

È stato più volte spiegato come non siano state dimostrate scientificamente delle connessioni tra le scosse dell’area flegrea con l’attività vesuviana. Al tempo stesso, però, quest’ultima non è nulla, anzi.

A fine aprile sono state registrate delle piccole scosse che hanno interessato l’area craterica del Vesuvio. La più rilevante è stata rilevata dai sensori posti dall’Osservatorio vesuviano con epicentro prossimo al cono e magnitudo 3.1. Un evento superficiale che ha portato a delle riflessioni.

Vesuvio e Campi Flegrei

Anche in questo caso l’Ingv ha tenuto a sottolineare con forza come non esista una correlazione tra i terremoti registrati ai Campi Flegrei e le scosse registrate nell’area del cratere del Vesuvio.

Lo ha fatto tramite Francesca Bianco, direttrice del Dipartimento Vulcani: “Il Vesuvio è un vulcano attivo che attraversa un momento di stasi, confermato dall’assenza di fluidi magmatici nelle fumarole, ma conserva e ha sempre conservato, in questi anni, una sismicità di fondo, con scosse superficiali come quelle di queste ore legate al fenomeno di cosiddetta subsidenza del cratere, che va abbassandosi per gli effetti gravitativi successivi all’eruzione del 1944. Un movimento di natura opposta al bradisismo dei Campi flegrei: il vulcano si abbassa di circa 7 millimetri all’anno”.

La situazione dei Campi Flegrei

Continua a tenere banco, intanto, la situazione dei Campi Flegrei, che è in costante evoluzione. Intervistata da Repubblica, la direttrice Bianco ha fatto chiarezza sullo stato attuale, lanciando previsioni per il prossimo futuro.

Quanto sta accadendo non fa che confermare un’intensificazione della crisi bradisismica. Accelerazione registrata ad aprile, dopo alcuni mesi di rallentamento. Di sollievo per molti le sue parole: “Nulla di sorprendente, per noi. Si tratta di scosse legate all’innalzamento del suolo. Sono percepite dalla popolazione soprattutto perché molto superficiali”.

L’ultimo sciame sismico ha fatto registrare 71 scosse in poche ore. Di queste, 15 hanno superato magnitudo 1, con la più rilevante che ha raggiunto magnitudo 3.2, svegliando i cittadini di soprassalto.

Ce ne saranno altri, ha spiegato Bianco, e così accade dal 2005, anche se la frequenza odierna ha generato maggior clamore e attenzione mediatica: “Il sollevamento del suolo genera un accumulo di sforzo sulle rocce, sollecitate dalla deformazione. Queste a un certo punto non resistono, si rompono ed ecco il terremoto. Ma non ipotizziamo fenomeni di magnitudo molto più alta”.

Impossibile non parlare di risalita di magma, che è l’ipotesi che terrorizza moltissimi. Alcuni esperti ne hanno parlato ma la direttrice Bianco è certa: “Le ipotesi vanno supportate da dati. Quelli che abbiamo a disposizione ci mostrano che non c’è magma in risalita nei primi 3-4 chilometri della crosta superiore, il che esclude il configurarsi di un imminente scenario eruttivo. Non possiamo escludere piccoli volumi intorno ai 4 chilometri, ma – laddove anche ci fossero – non ci desterebbero preoccupazione al momento, perché non osserviamo segnali di un possibile trasferimento in superficie”.

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