Pompei non smette di stupire, c'è stata un'altra scoperta proprio in questi giorni
Pompei non smette di stupire e regala una nuova scoperta sensazionale: ecco gli ambienti servili della città campana
L’ultima scoperta negli scavi di Pompei riguarda gli attrezzi di un carpentiere, venuti alla luce in uno degli ambienti servili di Villa di Civita Giuliana. L’ennesima riprova di come uno dei siti archeologici più importanti al mondo abbia ancora tanto da offrire.
Nuova scoperta a Pompei
Villa di Civita Giuliana è analizzata scientificamente fin dal 2017, quando un accordo tra il Parco Archeologico di Pompei e la Procura della Repubblica di Torre Annunziata ha di fatto strappato questo prezioso luogo ai macchinari degli scavatori clandestini.
Quello che è stato scoperto è uno dei tre ambienti in ottimo stato di conservazione, che promettono numerosi ritrovamenti. Sono stati recuperati i letti degli schiavi, laddove è oggi possibile procedere ai calchi di mobili e altri oggetti di materiali deperibili:
- legno;
- tessuti;
- corde.
Una tecnica, quella dei calchi, adoperata fin dal 1863, con la realizzazione dei primi calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 dopo Cristo. È unica al mondo e frutto di una dinamica specifica dell’evento catastrofico. Tutto ruota intorno alle reazioni attivatesi nel tempo, in relazione a persone e oggetti travolti dalla corrente piroclastica, ovvero la nube ardente composta da gas tossici e cenere. Il tutto è rimasto lì immobile per secoli, fino ai ritrovamenti d’epoca moderna.
La cenere si è solidificata, formando uno strato noto come cinerite. Il materiale organico dei corpi umani e animali, così come gli oggetti in legno, si sono invece decomposti, lasciando un vuoto nel terreno. Questi ultimi possono essere riempiti di gesso nel corso dello scavo, così da ottenere quella che si può definire un’impronta in negativo della forma originale.
Una tecnica straordinaria, che ha consentito di ottenere risultati eccezionali nella Villa di Civita Giuliana. Si tratta di calchi di due vittime umane e di un cavallo, insieme con i letti del quartiere servile.
Ambiente servile
Riuscire a dare uno sguardo a quello che è il quartiere servile è di fondamentale importanza per comprendere ancor di più la vita dell’antica Pompei. Si ottiene uno spaccato di vita reale, nello specifico di quella che le fonti letterarie tendono a ignorare, per quanto non del tutto.
L’ambiente contiene un letto, così come attrezzi da lavoro e ciò che appare essere un telaio, forse di un altro letto smontato.
È inoltre possibile riconoscere ceste, una lunga corda, dei pezzi di legno e una sega con lama. Quest’ultima appare differente da quelle tradizionali, utilizzato fino a poco tempo fa. Individuata anche una parte della corda che la teneva in tensione, anche in questo caso grazie all’impronta nel sottosuolo.
Ad oggi il finanziamento dello scavo sta volgendo al termine. Il Parco Archeologico di Pompei, però, insieme con la Procura, ha annunciato di avere tutte le intenzioni di dare seguito alle indagini. Per farlo si attingerà al finanziamento di una campagna di scavi previsto dalla Legge di Bilancio dal ministero della Cultura.