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AI e robot per la guerra del futuro: l'esercito USA ci sta già pensando

L'integrazione dell'AI con i robot può rappresentare un campo di sviluppo anche per il settore bellico come evidenziato dai ricercatori dell'esercito USA

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robot militari Fonte foto: phol_66/shutterstock

In occasione della  Settimana Nazionale della Robotica, conclusa il 13 aprile, i rappresentanti dell’Army Combat Capabilities Development Command Army Research Laboratory (DEVCOM ARL), unità di ricerca dell’esercito americano, hanno svelato una serie di novità che andranno a rinnovare l’industria bellica.

Si tratta, purtroppo, di un tema estremamente attuale. La guerra, in tutte le sue forme, diventa sempre più tecnologica e arriva a coinvolgere anchel’intelligenza artificiale generativa che potrebbe trovare un gran numero di campi di applicazione.

Uno dei settori più interessanti per l’industria bellica è rappresentato dall’integrazione con la robotica. L’AI, infatti, può far fare il salto di qualità ai robot, garantendo una capacità maggiore di ragionamento e di elaborazione dei dati anche in ottica di un’interazione più completa tra i robot e i membri delle forze armate.

A chiarire le potenzialità dell’intelligenza artificiale è un articolo pubblicato sul sito ufficiale (army.mil) che analizza, nei dettagli, alcuni aspetti potenzialmente centrali per il futuro dell’industria bellica, evidenziando il ruolo dell’AI come strumento da utilizzare anche in contesti di conflitto.  ARL ha confermato anche di collaborare con partner esterni, come Overland AI, per lo sviluppo di nuove soluzioni hardware e software.

L’AI per i robot, anche in guerra

Attualmente, ARL sta lavorando a nuove soluzioni hardware e software per sfruttare l’intelligenza artificiale e la robotica. Uno dei campi di applicazione che potrebbe trovare maggiori benefici da quest’integrazione è quello dei veicoli autonomi e, quindi, di tutti quei mezzi in grado di muoversi in un contesto bellico senza la necessità che ci sia un conducente umano, all’interno del veicolo oppure da remoto.

Phil Osteen, ricercatore capo del programma AIMM (Artificial Intelligence for Maneuver and Mobility), ha sottolineato: “stiamo colmando il divario tra umani e robot, rendendoli più intuitivi, reattivi e, in definitiva, più utili per il soldato. I ricercatori dell’ARL hanno dimostrato un sistema di comunicazione bidirezionale interattivo che consente scambi in tempo reale tra umani e robot“.

Per quanto riguarda la capacità di spostamento, invece, Udam Silva, responsabile del programma AIMM, ha evidenziato: “abbiamo fatto progressi significativi nella mobilità fuoristrada. Ora possiamo navigare in modo autonomo nella vegetazione fitta a velocità operative.”

L’importanza del linguaggio naturale

L’integrazione dell’AI può garantire anche una migliore comunicazione tra le macchine (potenziate dall’intelligenza artificiale) e gli uomini (in questo caso i soldati impiegati in possibile situazione di conflitto). L’utilizzo del linguaggio naturale, infatti, permetterebbe ai robot di interagire in modo migliore con i “colleghi” umani, fornendo informazioni dettagliate e facilmente comprensibili, con l’obiettivo di migliorare le operazioni sul campo di battaglia.

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