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Tutti contro Inventing Anna su Netflix: ecco perché

La miniserie di Shonda Rhimes sulla storia della truffatrice Anna Delvey ha ottenuto un enorme successo, ma non mancano le critiche.

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inventing anna netflix Fonte foto: AARON EPSTEIN/NETFLIX

Inventing Anna, la miniserie di Shonda Rhimes basata sulla storia di Anna Delvey, all’anagrafe Sorokin, è uscita su Netflix solo l’11 febbraio 2022, ma ha già ottenuto un enorme successo, diventando la serie in lingua inglese più vista sulla piattaforma di streaming nella sua prima settimana di uscita.

Tutti pazzi per Inventing Anna, insomma? Non proprio: le critiche non sono certo mancate. La trama si basa sulla vera storia di Anna Delvey che, fingendosi una ricca ereditiera tedesca (in realtà la donna, classe 1991, ha origini russe e modeste), per alcuni anni ha truffato banche, hotel e vari esponenti dell’élite di New York. Nella miniserie la storia è raccontata dal punto di vista di Vivian, giornalista che deve scrivere un articolo su Anna. La serie è in effetti ispirata al pezzo di Jessica Pressler dal titolo How Anna Delvey Tricked New York’s Party People, pubblicato sul New York Magazine.

Inventing Anna: cosa c’è di vero e falso

“Questa storia è completamente vera, eccetto per le parti che sono del tutto inventate”. È questo l’avviso che appare all’inizio di ciascuna delle nove puntate di Inventing Anna, come a voler ricordare agli spettatori che sì, le vicende narrate sono basate su fatti realmente accaduti, ma inserite in un contesto narrativo che potrebbe essersi preso qualche libertà. È dunque lecito chiedersi: cosa c’è di vero e di falso in Inventing Anna?

Partiamo dalle basi: Anna Delvey/Sorokin ha davvero finto di essere ricchissima ed è davvero stata arrestata per aver frodato banche, persone e hotel per un totale di 275mila dollari. In Tribunale è stata giudicata colpevole di truffa aggravata e furto.

Riguardo agli episodi raccontati nella miniserie (attenzione: seguono spoiler!), è vero che Anna è riuscita a usare un jet privato senza pagarlo e che ha sottratto oltre 60mila dollari all’amica Rachel Williams (che poi, anche questo è vero, ha contribuito a farla arrestare). È vero anche che Anna ha chiesto a un’altra amica di pagarle un biglietto in prima classe per tornare negli Stati Uniti da Marrakesh. La giornalista che ha scritto l’articolo su Anna, Jessica Pressler, era effettivamente incinta mentre lavorava al caso, ma la gravidanza non era in stadio così avanzato come nella serie.

Non ci sono conferme, invece, su altri episodi, come il fatto che Anna si sia trattenuta più a lungo sullo yacht di un conoscente. Ci sono pochi dettagli anche in merito al finto tentativo di suicidio a Los Angeles, mentre è certo che la truffatrice sia stata arrestata fuori da una clinica di riabilitazione.

Inventing Anna: chi critica la serie e perché

La miniserie ha molto diviso pubblico e critica: per alcuni è notevole e interessante, per altri meno. Un parere negativo è arrivato ad esempio da Rachel Williams (dipendente di Vanity Fair ed ex amica di Anna), che ha criticato il fatto che nella miniserie i crimini commessi da Delvey vengono rappresentati in maniera ambigua, senza una netta condanna.

Il personaggio di Anna in effetti risulta affascinante, intellettuale e raffinato e talvolta viene suggerito che la sua condotta fraudolenta fosse l’unica opzione percorribile per una donna giovane e straniera, vittima di pregiudizi sulle sue capacità imprenditoriali.