Esiste un lago rosa, unico al mondo: a cosa deve il suo colore
Il lago rosa unico al mondo non è più un mistero: gli scienziati hanno scoperto a cosa deve il suo colore grazie al sequenziamento del genoma ambientale
Il lago Hillier, in realtà, non è il solo lago rosa al mondo, ma ha delle caratteristiche che lo rendono unico, diverso da tutti gli altri. Le sue acque rosa, per esempio, non cambiano mai colore, neanche se inserite in un contenitore. Il lago rosa più famoso d’Australia è unico anche per un altro motivo: gli scienziati ancora si chiedono a cosa sia dovuto il suo colore rosa.
Il mistero del colore rosa
Il lago Hillier è un piccolo lago salato che si trova su Middle Island, la più grande isola dell’arcipelago Recherche, nel profondo sud dell’Australia occidentale. Lungo appena 600 metri, fu documentato per la prima volta nel 1802 dal navigatore e cartografo Matthew Flinders.
Con una salinità paragonabile a quella del Mar Morto, alla fine del XIX secolo il lago Hillier fu per un breve periodo usato per l’estrazione di sale, ma il materiale estratto dalle sue acque rosa risultò tossico per il consumo. Per questo motivo l’attività fu presto abbandonata. Ciò non significa che le acque del lago siano velenose: nonostante livelli di salinità che superano di quasi dieci volte quelli del vicino Oceano, nuotare nel lago Hillier non costituirebbe alcun pericolo per la salute.
Il colore del lago è stato argomento a lungo dibattuto tra gli scienziati: l’ipotesi più accreditata vedeva l’origine della tinta rosa nella presenza della micro-alga verde Dunaliella salina, che è la responsabile della colorazione della gran parte delle saline rosa nel mondo.
Una nuovissima ricerca, ancora in attesa di pubblicazione, sembra rivelare però delle nuove informazioni sull’origine del pigmento rosa del lago Hillier, che sarebbe in realtà il frutto di un mix di alghe e batteri colorati.
Tanti microrganismi colorati
Il nuovo studio è stato reso possibile alla luce del progetto internazionale XMP (Extreme Microbiome Project), che punta a scoprire nuovi microbi tracciando il profilo genetico di ambienti considerati estremi. Tra gli autori della ricerca, Scott Tighe dell’Università del Vermont, tra i fondatori del progetto XMP.
Tighe e colleghi hanno quindi analizzato alcuni campioni di acqua rosa prelevata dal lago Hillier usando la tecnica della metagenomica, che si basa basa sul sequenziamento del genoma degli microrganismi che vivono in uno stesso luogo. In pratica, si tratta di scoprire chi vive all’interno del lago a partire dal DNA individuato nell’ambiente.
L’analisi del lago Hillier mostra che all’interno delle acque rosa vivono “almeno 500 estremofili”, inclusi batteri, alghe e virus. In particolare è emerso che la maggior parte degli archeobatteri presenti appartiene al sottogruppo degli alofili, dei microrganismi particolarmente adatti ad alti livelli di salinità.
Tra gli alofili individuati dal sequenziamento del genoma dell’ambiente del lago, molti sono microbi molto colorati: la particolare tinta accesa non sarebbe quindi dovuta soltanto all’alga Dunaliella salina, ma ad un mix tra i colori di alghe e altri microrganismi.
Nel lago Hillier vivono molti microbi colorati: sulfobatteri viola e batteri salini rossi, come il Salinibacter ruber. Alcuni di loro sembrerebbero del tutto sconosciuti alla scienza, ma potrebbero spiegare perché il colore rosa dell’acqua dell’Hillier non si modifica neanche quando viene prelevato e inserito in un contenitore.
E il sequenziamento del genoma degli ambienti potrebbe rivelare i segreti degli ecosistemi più estremi del nostro pianeta: le ricerche del XMP, che hanno già analizzato la famosa “porta dell’inferno” in Turkmenistan, prenderanno presto in esame un altro mistero australiano, e cioè l’acidità del Lake Magic, che Tighe ricorda essere “acido quanto l’acido di una batteria”.