Oltre 1 milione di posti di lavoro entro il 2030: cresce il settore Blockchain ma mancano i talenti
Oltre 1 milione di posti di lavoro entro il 2030 nel settore blockchain, ma mancano i talenti: quali le figure più ricercate e le possibilità di crescita professionale.

Nel dibattito globale sull’innovazione e sull’impatto delle tecnologie emergenti nel mondo del lavoro, l’intelligenza artificiale è senza dubbio la protagonista indiscussa. Tuttavia, una nuova forza silenziosa si prepara a conquistare il suo spazio: la blockchain. Secondo l’ultimo report pubblicato da Bitget, uno dei principali exchange di criptovalute e attore rilevante nel panorama Web3, questa tecnologia potrebbe creare oltre 1 milione di nuovi posti di lavoro entro il 2030, in un contesto che – però – oggi soffre paradossalmente la mancanza di candidati qualificati.
Cos’è il blockchain e qual è il suo potenziale
La blockchain è una tecnologia che consente di registrare e condividere dati in modo sicuro, trasparente e decentralizzato, senza bisogno di un’autorità centrale (come una banca o un ente governativo) che ne garantisca l’autenticità.
È come un registro digitale condiviso tra molti computer nel mondo. Ogni volta che avviene una transazione (es. invio di criptovaluta, firma di un contratto digitale, trasferimento di un documento), questa viene registrata in un “blocco”. Quando il blocco è completo, viene collegato al blocco precedente, creando una catena cronologica di eventi: da qui il nome “blockchain”, cioè “catena di blocchi”.
Criptovalute come Bitcoin ed Ethereum, usano la blockchain per registrare le transazioni. Anche la gestione delle identità digitali per autenticarsi avviene tramite questo sistema, online e in modo sicuro.
Tra le caratteristiche principali di questa tecnologia, infatti, ci sono immutabilità e trasparenza: una volta registrati, i dati non possono essere modificati e tutti i partecipanti alla rete possono vedere le transazioni (soprattutto nelle blockchain pubbliche come quella di Bitcoin o Ethereum). Questo rende la blockchain molto sicura e adatta a contesti dove serve fiducia e tracciabilità.
Il potenziale della blockchain è enorme e si estende ben oltre le criptovalute. Può trasformare interi settori economici, migliorare l’efficienza in tutti quei settori e in quelle operazioni dove è necessario agire con sicurezza e integrità dei dati, ma anche con automazione (per esempio in processi con gli smart contract).
Le posizioni di lavoro aperte e quelle in arrivo
Il report di Bitget, intitolato “Blockchain vs AI: Untapped Potential in Talent Attraction and Growth”, evidenzia come il settore blockchain sia ancora lontano dai numeri dell’AI, ma sia pronto a colmare rapidamente il gap, soprattutto in vista della crescente adozione in settori chiave come finanza, logistica, sanità e supply chain.
Attualmente, si stimano tra i 15.000 e i 20.000 annunci di lavoro attivi nel settore blockchain a livello globale, con una concentrazione della domanda in Nord America (40%), Asia-Pacifico (35%) ed Europa (20%). Ma la crescita è già in atto: entro il 2028 si prevedono 500.000 nuovi impieghi, che potrebbero raddoppiare entro la fine del decennio. Un’espansione che, tuttavia, si scontra con un ostacolo fondamentale: la scarsità di talenti formati.
Il potenziale economico del settore è evidente anche sul fronte retributivo. Secondo il report di Bitget, i profili blockchain specializzati guadagnano oggi tra i 115.000 e i 191.000 dollari annui, ma se la traiettoria di crescita seguirà quella dell’intelligenza artificiale, gli stipendi potrebbero superare i 250.000 dollari.
Il lavoro c’è, ma mancano i professionisti specializzati: i profili più ricercati
Come in generale accade e sta accadendo in altri settori legati alle tecnologie emergenti, anche nella blockchain manca è un matching efficace tra domanda e offerta di lavoro.
Le aziende cercano:
- sviluppatori blockchain;
- esperti in crittografia,;
- product manager per soluzioni Web3;
- professionisti in compliance normativa e legale.
Tuttavia, i candidati specializzati in questo campo scarseggiano, e spesso il settore risulta ancora percepito come troppo tecnico, volatile o legato esclusivamente al mondo delle criptovalute. In realtà, le applicazioni della blockchain vanno ben oltre il trading di asset digitali e toccano ormai settori industriali, pubblici e sanitari.
La stessa Bitget rappresenta un esempio concreto di crescita accelerata. In soli tre anni, l’azienda è passata da 200 a oltre 1.900 dipendenti, con un incremento dell’850%. Attualmente ha 129 posizioni aperte in settori chiave, ma Bitget – come molte altre aziende del settore – fatica a trovare personale formato, pur offrendo stipendi competitivi e possibilità di lavoro internazionale.
La blockchain si prepara a essere protagonista del futuro del lavoro, ma rischia di inciampare in uno dei problemi più classici delle rivoluzioni tecnologiche: la mancanza di risorse umane adeguate.