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SCIENZA

Maledizione di Tutankhamon, la tomba era radiottiva? Forse è risolto il mistero

Una ricerca molto dubbia promette di dare una spiegazione scientifica alla maledizione del Faraone Tutankhamon: ecco come stanno le cose

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Maledizione di Tutankhamon Fonte foto: 123RF

Il mondo dell’antico Egitto ci affascina enormemente e non siamo ancora vicini a scoprire interamente tutti i suoi misteri. Uno studio del ricercatore Ross Fellowes, pubblicato dalla rivista Journal of Scientific, ha gettato luce su un tema che ha dell’incredibile. Si ipotizza che nelle tombe venissero lasciati anche dei materiali radioattivi. Una punizione per chiunque vi mettesse piede per rubarne i tesori. Ma cosa c’è di vero?

La maledizione del Faraone

Alla base di questa ricerca c’è un’affascinante suggestione, quella della maledizione dei Faraoni dell’antico Egitto. La tesi parte proprio da ciò, supponendo che tale leggenda possa avere basi scientifiche. I sudditi avrebbero lasciato materiale in grado di rilasciare radiazioni.

Ciò spiegherebbe, ribadisce Ross Fellowes, le dicerie in merito alle quali gli archeologi che scoprirono la tomba di Tutankhamon morirono in circostanze misteriose. I dubbi però nascono e fin da subito, come riporta Fanpage. La teoria è incredibilmente affascinante e non si fa fatica a comprendere il motivo della sua viralità. Sembra infatti l’incipit di un film di Hollywood.

I dubbi hanno radici che affondano nell’autorevolezza della rivista scientifica che ha pubblicato la ricerca. Non tutte sono uguali, ovviamente. I ricercatori faticano anni e anni per riuscire a trovare spazio su quelle più autorevoli. Non occorre però essere tra le prime al mondo per avere credibilità. Basterebbe non pubblicare notizie sul mostro di Loch Ness, come nel caso del Journal of Scientific Exploration.

Si sottolinea come l’Impact Factor rappresenti un metro di misura dell’accuratezza delle riviste scientifiche. Di fatto si tiene il conto di quante volte una singola pubblicazione viene citata negli articoli di tutto il mondo, nell’arco dei due anni precedenti al calcolo.

Il risultato per questa rivista è devastante. Non appare praticamente in alcuna classifica dedicata ai giornali più autorevoli e, addirittura, pare nessuno si sia di fatto preoccupato di calcolarne il valore secondo tale metro di giudizio.

Ulteriori dubbi

Come se non bastasse, nessuna informazione è rintracciabile anche sul conto dell’autore dell’articolo Ross Fellowes. I motori di ricerca di riferimento, come Google Scholar, non offrono risposte.

Il fascino resta vivo e innegabile, ma da qui a prendere per buona una tesi che vuole gli antichi egizi in possesso di comprensioni scientifiche tanto avanzate, ce ne passa. Il problema di fondo è però proprio il riferimento a quella maledizione della tomba del Faraone Tutankhamon.

Si narra che tutte le persone coinvolte nella scoperta dell’antico sepolcro, nel 1922, siano morte in circostanze misteriose. Decessi che le credenze popolari hanno poi ricondotto al volere del prestigioso defunto adirato.

Le date di morte delle persone entrate per prime nella tomba in epoca contemporanea, però, non si conciliano con la teoria portata avanti dallo studio. Si pensi che Douglas Erith Derry, impegnato nell’autopsia di Tutankhamon, gesto reputabile sacrilego, morì a ben 87 anni. Un po’ tanto per un soggetto travolto dalle radiazioni e, perché no, da una maledizione proveniente dall’oltretomba.

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