Netflix: lo Shuffle Play arriva per tutti, come funziona
Con la nuova funzione Netflix mira a risolvere il blocco mentale dell'utente dovuto all'eccessiva offerta di contenuti, ma non è detto che funzioni.
Dopo circa sei mesi di test su un numero limitato di account, Netflix ora annuncia che la funzionalità “Shuffle” arriverà per tutti, a livello globale, entro la prima metà del 2021. Di questa funzione si parla da luglio 2020, come soluzione al problema della “Netflix Decision Paralysis Syndrome” (NDPS).
Cioè quello strano comportamento degli utenti di Netflix, dovuto all’eccessiva abbondanza del catalogo, che a furia di scorrere la lista dei contenuti disponibili finisce per non scegliere niente: passa più tempo a cercare qualcosa da guardare che a guardare qualcosa. Poiché Netflix guadagna dalle visualizzazioni di film e serie TV e non da quelle del suo catalogo, la NDPS è un problema anche per la piattaforma. Già nelle prime fasi della sperimentazione, però, la funzione Shuffle ha mostrato sia pregi che difetti.
Cos’è la funzione Shuffle di Netflix
In estrema sintesi lo shuffle consiste in un tasto, presente nella barra laterale dell’app di Netflix, grazie al quale l’utente può dire a Netflix di scegliere al posto suo qualcosa da vedere. La stessa Netflix descrive così la funzione: “Non sai cosa guardare? Prova Shuffle Play, rimescoleremo tutti i contenuti su Netflix e troveremo qualcosa da farti guardare in base ai tuoi gusti“.
Con lo Shuffle, quindi, l’utente che non sa scegliere decide di non scegliere: fa tutto Netflix. Secondo la piattaforma questa impostazione ha riscosso successo tra gli utenti che l’hanno potuta testare, quindi può essere rilasciata al grande pubblico.
Lo Shuffle serve veramente?
Netflix dice che l’accoglienza da parte degli utenti è stata buona, ma non specifica su quanti profili è stato testato lo Shuffle Play. Alcuni degli utenti che avevano ricevuto la feature negli Stati Uniti l’estate scorsa, però, non erano tanto convinti della sua utilità.
Mentre alcuni la ritenevano effettivamente in grado di risolvere il loro problema di NDPS, altri la ritenevano inutile o inefficace: i contenuti proposti, infatti, erano troppo lontani dai gusti reali dell’utente. Non basta, quindi, implementare una funzione: bisogna anche farlo bene.