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SCIENZA

L'odore emesso dagli spettatori rivela la natura del film

La ricerca sugli odori nei cinema, premio IG nobel 2021 per la chimica, rivela che possiamo individuare il tipo di film proiettato analizzando i miasmi del pubblico in sala.

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La curiosa analisi degli odori emessi nei cinema Fonte foto: 123RF

La risposta del corpo umano a determinati stimoli del mondo esterno è un fenomeno piuttosto complesso, che la comunità scientifica chiama genericamente “analisi della reazione emotiva”.

Si tratta del tipo di ricerca che individua ed analizza le reazioni degli umani a determinate emozioni, per esempio quelle procurate dalla visione di una particolare foto o dall’ascolto di un suono assolutamente familiare o al contrario del tutto estraneo.

L’ultima frontiera dell’analisi della reazione emotiva – almeno secondo la commissione giudicatrice che attribuisce ogni anno i premi IG nobel alle ricerche più strane dell’anno – è quella dello studio degli odori emessi dagli spettatori nei cinema, che si crede possano arrivare a definire la natura del film proiettato.

Lo studio dei composti organici volatili

Lo studio, sviluppato a partire dal 2015 da un team di ricercatori dell’Università Johann Gutenberg di Magonza, porta un titolo piuttosto eloquente: “L’analisi dei dati dei cinema: l’odore della paura”.

Gli scienziati partono da un paio di domande fondamentali, a cui lo studio incredibilmente riesce a dare una risposta piuttosto strutturata: gli esseri umani comunicano tramite l’emissione di odori, come altri mammiferi? E se lo fanno, cosa significano gli odori emessi per comunicare?

La risposta viene dall’analisi dei cosiddetti VOC, i composti organici volatili emessi dagli esseri umani. I VOC, in realtà, comprendono un’infinità di composti chimici, dai diluenti per vernici agli idrocarburi liquidi, accomunati da un’elevata volatilità – caratteristica propria anche delle esalazioni e dei miasmi prodotti dagli umani, dal sudore in avanti.

In tutto ciò, il cinema è sembrato da subito uno dei contesti ideali per realizzare lo studio: “è una scatola chiusa, quindi è completamente controllabile”, come dichiara Jörg Wicker, tra gli autori dello studio.

Nelle sale cinematografiche, inoltre, le persone esposte contemporaneamente agli stessi stimoli visivi sono generalmente molte, e racchiuse in uno spazio piuttosto contenuto.

L’odore rivela il contenuto del film

La ricerca rivela che le emissioni volatili umane registrate all’interno delle sale cinematografiche sono collegate “al contenuto sematico dei film proiettati”.

L’esperimento ha coinvolto un multisala per una durata di 4 settimane, durante le quali sono stati analizzati gli odori emessi da oltre 9mila spettatori, che hanno assistito a sei film diversi.

Per meglio stringere il campo della ricerca ad emozioni facilmente riconoscibili, i ricercatori hanno selezionato sei film in totale: “Lo Hobbit” di Peter Jackson, “Hunger Games: la ragazza di fuoco” e “Machete”, più due commedie per famiglie ed un film horror, “The Marked Ones”.

Ebbene, i risultati della curiosa ricerca sono stupefacenti: gli scienziati hanno rilevato che alcuni VOC diventano predominanti in base al tipo di scene che il film propone alla platea della sala cinematografica.

Le scene condite di sangue e violenza, per esempio, hanno fatto registrare alte emissioni di ammonia, il che ha perfettamente senso giacché l’ammonia si trova anche nel sudore – tipica reazione umana di fronte ad ansia e stress, anche visivi.

Oltre all’ammonia, il pubblico sottoposto a scene horror e sanguinolente emette molto acetone, composto che viene generalmente associato all’attività fisica e a situazioni di ansia.

Di fronte alle commedie e ai buoni sentimenti, si è registrata una predominanza di formaldeide: il dato, spiegano gli scienziati, è più che compatibile con delle sane risate in sala, perché la formaldeide è notoriamente uno degli “inquinanti” più presenti all’interno dell’organismo umano, per via del deperimento naturale di manufatti e costruzioni che la impiegano.

Immagini di suspence o particolarmente romantiche, invece, sono associate all’emissione di isoprene, VOC simile all’acetone, connesso all’eccitazione del movimento fisico e all’arcaico stimolo della fuga.

Un tocco comico alla ricerca, che ha decisamente meritato l’IG nobel, è dato dall’analisi delle scene che presentavano incidenti: l’emissione più presente all’interno della sala è quella di silossani, assolutamente non presenti all’interno del corpo umano. “Sembrerebbe non aver senso” ammettono gli scienziati, finché non ci si rende conto che i silossani sono presenti in una gran quantità di prodotti cosmetici e shampoo.

Di fronte ad un incidente sullo schermo, spiegano i ricercatori, “gli spettatori tendono ad accaldarsi e dunque si spogliano”, liberando nell’aria i residui di creme, cosmetici e profumi.

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