Perché Amazon compra iRobot, la società che produce gli aspirapolvere Roomba
Con iRobot Amazon non ha comprato solo una gamma completissima di aspirapolvere robot, ma anche i dati sulle case di milioni di utenti nel mondo
Nuova acquisizione di grandissima importanza per Amazon, che ha appena annunciato di aver comprato l’azienda americana iRobot Corporation per un valore di 1,7 miliardi di dollari. Manca solo l’ok dell’Antitrust americano, che non dovrebbe tardare ad arrivare visto che Amazon non possiede altre aziende all’interno del mercato degli aspirapolvere robot.
Anche se, a guardare molto bene questa operazione, se Amazon ha comprato iRobot non è solo per mettere le mani sui famosi robot aspirapolvere e lava pavimenti Roomba, ma dietro l’affare c’è veramente molto, molto altro. Anzi, a dirla tutta l’affare Amazon-iRobot sarà certamente l’occasione giusta per far emergere la questione privacy in merito a dei dispositivi che, fino ad oggi, sono stati visti solo come dei semplici strumenti per le pulizie domestiche ma che, in realtà, sono ormai delle sentinelle a tutti gli effetti dentro le nostre case. I più evoluti, ad esempio, hanno persino una videocamera e possono essere inviati in giro per casa con lo scopo di perlustrare l’abitazione in cerca di eventuali ladri. Per 1,7 miliardi, dunque, Amazon non compra solo una ditta di aspirapolvere ma anche la possibilità di entrare nelle nostre case con un ulteriore dispositivo, in grado però di mapparle centimetro per centimetro.
Amazon-iRobot: l’accordo
“Da quando abbiamo avviato iRobot, il nostro team ha avuto la missione di creare prodotti innovativi e pratici che semplifichino la vita dei clienti, portando a invenzioni come Roomba e iRobot OS“, ha affermato Colin Angle, presidente e CEO di iRobot. Gli fa eco Dave Limp, Senior Vice President di Amazon Devices: “I clienti adorano i prodotti iRobot e sono entusiasta di lavorare con il team di iRobot per inventare modi che rendano la vita dei clienti più facile e divertente“.
Questa stretta di mano si concretizzerà nell’acquisizione, da parte di Amazon, di tutte le azioni iRobot al prezzo concordato di 61 dollari per azione. Amazon incorpora l’intero debito di iRobot e afferma che l’operazione sarà svolta completamente cash, senza l’intervento di alcuna banca.
In poche parole Amazon si è letteralmente mangiata iRobot, affinché iRobot possa continuare a sviluppare i suoi prodotti esattamente come prima e senza scossoni, ma sotto l’ala (e seguendo gli interessi) di Amazon.
Amazon Roomba
Non sappiamo ancora se iRobot manterrà il suo nome, come è già accaduto per Blink (azienda che produce videocamere smart, comprata da Amazon a dicembre 2017 per 90 milioni di dollari) oppure verrà dissolta e i suoi prodotti arriveranno sul mercato a marchio Amazon.
Poco cambia, nella pratica: Amazon mette le mani su una gamma completissima di aspirapolvere robot, fatta ormai da decine di modelli con prezzi che partono da circa 200 euro e arrivano a oltre 1.500 euro. Per non contare le centinaia di brevetti in pancia e i progetti di altri modelli, già in fase di sviluppo.
iRobot OS e i dati degli utenti
L’acquisizione di iRobot segue di poche settimane l’annuncio di iRobot OS, il nuovo sistema operativo di iRobot che sta per sostituire l’attuale iRobot Genius Home Intelligence. Il nuovo OS offrirà più funzioni agli utenti e più intelligenza artificiale per pulire meglio ma, soprattutto, farà da base per un ecosistema di prodotti smart molto più integrato.
Al momento del lancio, infatti, iRobot ha dichiarato che anche altri dispositivi, come i purificatori d’aria, saranno dotati di iRobot OS in futuro.
Tutto questo, ora, andrà armonizzato con Amazon Alexa e dovrà iniziare a dialogare in modo diretto con i server di Amazon al fine di creare una casa smart 100% made in Amazon. Una casa in cui i robot Roomba andranno in giro a mappare le stanze, a sorvegliarle se serve e, ovviamente a pulirle. Il tutto mentre raccolgono dati utilissimi ad Amazon per conoscerci meglio.
Senza tirare in ballo inutili teorie del complotto, infatti, basti pensare al fatto che per Amazon sapere se casa nostra è grande 100 metri quadrati o il doppio è un’informazione decisamente utile: insieme all’indirizzo, che già conosce perché è dove ci facciamo mandare i pacchi, e alla quantità e al valore degli acquisti, infatti, con questo ulteriore dato Amazon può sapere in modo praticamente certo quanto siamo benestanti e quanto siamo disposti a spendere per la casa.
Colin Angle, fondatore e CEO di iRobot, ha voluto per questo fugare ogni dubbio sulla privacy e sulla gestione dei dati degli utenti. Ecco la sua dichiarazione ufficiale a commento dell’acquisizione di iRobot da parte di Amazon:
Per iRobot la sicurezza dei prodotti e la privacy dei clienti sono di estrema importanza. Sappiamo che i clienti ci accolgono nelle loro case perché confidano che i nostri prodotti li aiuteranno nella loro quotidianità e che noi rispetteremo le loro informazioni. Prendiamo questo aspetto con molta serietà. Una volta acquisiti da Amazon, il nostro impegno nei confronti dei dati e della privacy dei clienti rimarrà invariato