Sono arrivati dei pezzi di asteroide sulla Terra: ecco dove
Dall'asteroide che fluttuava nello spazio fino alla Terra, per giungere in Italia con un'ulteriore viaggio: i frammenti di Ryugu ci svelano nuovi segreti sul cosmo
E se del “materiale alieno” giungesse a noi, se fosse a disposizione a domicilio? L’ipotesi è tutto fuorché azzardata, anzi: è proprio ciò che sta succedendo con alcuni frammenti dell’asteroide Ryugu, che sono stati prelevati dall’asteroide e sono giunti sulla Terra per essere studiati con la dovuta calma. Ma non è tutto qui, perché adesso i pezzi di Ryugu si trovano proprio in Italia, dove verranno analizzati dagli studiosi dell’Istituto Nazionale di Astrofisica.
L’Inaf è già al lavoro sui due campioni, con un team composto da una dozzina di persone provenienti dalle sedi di Roma, Napoli, Catania e dall’Università di Firenze. Il loro lavoro sarà lungo e certosino e si pone l’obiettivo (ambizioso) di svelare tutti i misteri che l’asteroide cela.
Ryugu e i suoi campioni
Per capire bene l’importanza di quanto sta accadendo in Italia, bisogna fare un piccolo passo indietro e precisare che l’asteroide Ryugu è sotto osservazione dal 1999. Questo corpo celeste è subito apparso interessante (a dirla tutta, all’inizio si pensava che potesse essere pericoloso) per due motivi: in primis la sua orbita è prossima a quella terrestre e poi la sua classe di appartenenza è molto rara nel Sistema Solare.
Preso atto di tutto ciò, gli scienziati di tutto il mondo si sono cimentati in alcune missioni esplorative. A “vincere” però il primato di scoperte e avvicinamenti a Ryugu è stato il Giappone, con la missione Hayabusa del 2003, che permise di avvicinarsi come mai fatto prima, e con la successiva Hayabusa 2. La seconda missione in particolare è stata un successo: il veicolo spaziale inviato verso Ryugu era dotato anche di un lander che ha permesso di “aggrapparsi” alla superficie e di raccogliere una serie di campioni.
Questi campioni sono arrivati sulla Terra pochi anni fa e sono considerati materiale speciale, perché grazie alla loro consistenza e ai materiali di cui sono composti sono già stati in grado di raccontarci una storia antichissima, che risale a un passato senza Sole.
I due frammenti arrivati in Italia
I campioni di Ryugu sono talmente fondamentali che per ben due volte la Jaxa (ossia l’agenzia spaziale giapponese) ha indetto un bando pubblico internazionale per farli analizzare da scienziati, esperti e ricercatori in qualsiasi parte del mondo. Come abbiamo già accennato, quest’anno l’onore è toccato agli scienziati dell’Inaf, che si sono contraddistinti per l’avanguardia dei loro studi, per merito e capacità.
All’Inaf, la Jaxa ha assegnato due frammenti specifici che hanno il nome scientifico di CO242 e A0226. Arrivati in Italia dentro un particolare recipiente d’acciaio riempito d’azoto, i due pezzi di asteroide sono più piccoli di quanto si possa immaginare: lungo 1,712 millimetri e pesante 0.7 milligrammi il primo, lungo 2,288 millimetri e pesante 1,9 milligrammi il secondo. Tuttavia, entrambi hanno delle forme particolari che hanno spinto gli scienziati italiani ad attribuire loro dei nomi di fantasia.
E no, non si tratta di nomi qualunque ma di due nomi che attingono alla tradizione degli anime giapponesi e in particolare delle opere di Hayao Miyazaki: li hanno ribattezzati Kiki (dal film Kiki – Consegne a domicilio) e Totoro (dal film Il mio vicino Totoro).
Le prossime analisi italiane
Prima di ricevere Kiki e Totoro, l’Inaf si era già attivata per far pratica con la manipolazione di frammenti così piccoli e ha ideato e prodotto dei portacampioni che garantiranno la loro analisi in tutta sicurezza. Gli scienziati avranno a disposizione strumenti accuratissimi e cercheranno di capire come Ryugu si sia evoluto durante i ben quattro miliardi di anni dalla sua vita.
In particolare, verranno prese in esame tutte le trasformazioni che l’interazione con l’ambiente spaziale ha generato. Ogni piccola scoperta contribuirà non solo a sapere di più sul corpo celeste, ma in generale a capire cosa è successo, cosa succede e sì, anche cosa succederà nello spazio.