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Piattaforma anti pezzotto: a che punto siamo

Con diversi mesi di ritardo rispetto alla data prevista, finalmente la piattaforma contro le IPTV illegali sembra pronta al lancio: primi test effettuati con successo

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Il campionato di Serie A 2023-24 è già iniziato da quattro mesi, in questo weekend si gioca la diciassettesima giornata, ma la famosa piattaforma anti pezzottoPiracy Shield” contro le IPTV pirata ancora non è arrivata e, a quanto pare, non arriverà prima di fine gennaio con i primi oscuramenti dei siti illegali annunciati per la ventunesima giornata, cioè il 21 gennaio 2024.

Almeno così promette AIIP, l’Associazione Italiana Internet Provider che rappresenta una sessantina di aziende minori che forniscono la connessione  italiani (tra gli associati non c’è nessun big del settore) con circa mezzo milione di clienti nel PAese. L’AIIP, infatti, ha annunciato di aver eseguito con successo il primo test di oscuramento di un sito illegale.

Piracy Shield: il test di AIIP

Per capire a che punto siamo con la piattaforma anti pezzotto, è necessario capire chi fa cosa in questa vicenda. La piattaforma vera e propria, chiamata Piracy Shield, è gestita dall’AGCOM (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) e non serve a bloccare le TV pirata, bensì a gestire le segnalazioni provenienti da DAZN, Sky o altri soggetti interessati. Ad essere ancora più precisi, la piattaforma Piracy Shield è stata fornita dall’AGCOM dalla Lega Serie A.

Il meccanismo di funzionamento del sistema di blocco delle TV IP illegali è questo: chi detiene i diritti su un contenuto, e si accorge che è in corso uno streaming illecito, usa la piattaforma Piracy Shield per comunicarlo ad AGCOM sapendo che poi, se l’illecito sarà verificato, la piattaforma stessa invierà l’ordine di blocco e oscuramento del sito illegale a tutti gli Internet Provider italiani.

Poi, però, gli Internet Provider dovranno effettivamente bloccare quel traffico, entro 30 minuti dalla ricezione della segnalazione da parte di Piracy Shield. Serve, quindi, un altro software in grado di “smistare” in modo automatico questi processi, cercare i flussi di dati illegali e stroncarli.

Come spiega l’AIIP “Il software sviluppato è totalmente automatico, e si interfaccia direttamente via API al sistema Piracy Shield, effettuando i filtraggi sempre entro i 30 minuti dalla pubblicazione di un ticket di oscuramento da parte dei detentori dei diritti“.

Questo software verrà dunque fornito gratuitamente (è open source) a tutti i provider associati all’AIIP, che lo dovranno usare per ricevere ed eseguire gli ordini di oscuramento.

Pezzotto: cosa fanno gli altri

Precisiamo nuovamente che questo software verrà usato solo dagli associati AIIP, che non gestiscono la totalità del traffico Internet ma solo una sua parte.

Gli Internet Provider maggiori (che in Italia sono gli stessi operatori telefonici) useranno altri strumenti sviluppati in autonomia. Ma la procedura sarà simile: riceveranno l’ordine di blocco da PriacyShield e lo dovranno eseguire entro 30 minuti.

Per questo, entro il 31 gennaio 2024, tutti gli Internet Provider italiani, grandi e piccoli, dovranno registrarsi alla piattaforma e dimostrare di aver implementato un sistema di gestione delle richieste di oscuramento.

A questi sforzi si aggiungono quelli di Google, che ha promesso un filtraggio attivo sulle ricerche relative alle IPTV illegali: rimuoverà dai suoi risultati di ricerca tutti i siti di distribuzione del pezzotto.

Il “buco nero” di questo sistema, l’anello debole di Piracy Shield, è invece da ricercare negli operatori satellitari: nessuno ha, fino ad ora, partecipato al tavolo AGCOM.

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