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Piracy Shield: la piattaforma anti pezzotto ha un grosso problema

Piracy Shield funziona, fin troppo bene: a restare vittime del fuoco amico sono anche piattaforme di streamind del tutto legale

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calcio streaming illegale Fonte foto: Shutterstock

Piracy Shield è entrata pienamente in funzione da un paio di settimane, ma mostra già alcuni limiti e problemi assolutamente importanti e da non sottovalutare. Il meccanismo scelto per bloccare la distribuzione illegale di materiale coperto da copyright, infatti, è certamente efficace ma si sta dimostrando a sua volta impossibile da controllare. E nel mezzo, come è logico che sia, ci sta finendo un po’ di tutto.

Piracy Shield blocca i siti legali

Il problema principale è che Piracy Shield sta bloccando anche dei siti di streaming del tutto legali, che non hanno nulla a che fare con il famoso “pezzotto“.

Ciò è dovuto al meccanismo stesso di funzionamento della piattaforma, che prevede il blocco obbligatorio, entro 30 minuti, di ogni IP segnalato dai titolari dei diritti d’autore.

Il problema è che molto spesso gli indirizzi che vengono segnalati non sono quelli da cui ha origine il flusso dati illegale, bensì gli indirizzi delle CDN usate dai criminali per trasmettere partite e film col pezzotto.

Con il termine CDN si intende una Content Delivery Network, cioè una rete di computer dedicati alla trasmissione dei flussi di streaming, che vengono posizionati in punti strategici del territorio al servizio di grandi città e altre zone dove c’è molto traffico dati.

L’idea alla base delle CDN è quella di avvicinare il servizio al suo utente, per migliorare le prestazioni dello streaming ed evitare sovraccarichi e colli di bottiglia.

Il problema, però, è che le CDN in sé non sono affatto illegali, tanto è vero che la stessa DAZN ha risolto i suoi problemi di gioventù in Italia proprio allestendo una enorme CDN.

E il problema nel problema è che le CDN sono servizi privati offerti ad aziende private, quindi la stessa CDN trasmette di tutto e di più e, quasi sempre, insieme al flusso pezzotto trasmette anche flussi legalissimi.

Ma se Piracy Shield “abbatte” la CDN, per bloccare il pezzotto, immediatamente blocca anche le trasmissioni di chi non c’entra niente.

Il metodo è sbagliato?

Per dirla con una battuta: è come se Autostrade per l’Italia bloccase un intero tratto della A4 per fermare un furgone portavalori assaltato da un gruppo di criminali.

Una scena da film, che magari succede realmente ma una volta ogni dieci anni. Con Piracy Shield, invece, può succedere ogni sabato e domenica e, per di più, a bloccare l’autostrada non è la polizia ma il gestore stesso.

Questo perché, con Piracy Shield, non c’è alcun controllo sulle segnalazioni fatte dai detentori dei diritti d’autore: ogni segnalazione porta ad un blocco, entro i famosi trenta minuti.

E siccome gli Internet Provider vengono sanzionati se non bloccano l’indirizzo segnalato, è chiaro che lo fanno in fretta e la responsabilità di eventuali vittime del fuoco amico non sono nemmeno loro.

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