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Calcio in streaming: brutta notizia per milioni di italiani

Da mesi si parla di un protocollo d'intesa tra Procura di Roma, GdF e AGCOM che permetterebbe di fare le multe ai clienti delle IPTV illegali e, adesso, sembra sia pronto

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Brutte notizie per chi guarda le partite di calcio in streaming sulle IPTV illegali: dopo il riavvio della piattaforma anti pezzotto Piracy Shield, ora arrivano le multe previste dalla legge 93 del 2023. La conferma arriva dall’ormai ben noto commissario AGCOM Massimiliano Capitanio: l’ex deputato della Lega Nord, oggi in forze all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, durante una diretta su YouTube ha dato la notizia che milioni di italiani speravano non arrivasse mai.

Capitanio, infatti, ha confermato che il famoso protocollo d’intesa tra la procura generale di Roma, la Guardia di Finanza e l’AGCOM per l’interscambio automatico dei dati è pronto e, di conseguenza, a breve potrebbero arrivare le multe “automatiche.

Il protocollo anti pezzotto

Di questo protocollo di intesa Capitanio parla ormai da mesi: a marzo 2024 aveva lasciato intendere che fosse pronto e quasi operativo, ma appena due settimane dopo il commissario dell’AGCOM è stato smentito dal presidente della stessa Autorità, Giacomo Lasorella, il quale spiegò che il protocollo non era stato ancora firmato.

La questione ha continuato a fare entra ed esci dai giornali e dai siti di news, senza che il famoso protocollo si concretizzasse in un documento realmente approvato ed efficace.

Ad oggi, quindi, senza tale accordo tra magistrati, finanzieri e Autorità ogni volta che viene scoperta e bloccata una IPTV illegale è necessario fare richiesta ai giudici per poter incrociare i dati delle carte di credito degli abbonati alle piattaforme illegali con gli indirizzi email e altri dati che permettano di identificare in modo inequivocabile chi è il cliente delle IPTV, per multarlo.

Col protocollo d’intesa ciò sarà possibile in modo automatico, senza dover richiedere un’autorizzazione per ogni numero di carta di pagamento identificata. Il “potenziale offensivo” di questo protocollo, quindi, è elevatissimo e, quando sarà approvato, gli inquirenti potrebbero ottenere uno strumento potentissimo di repressione contro il pezzotto.

Resta da capire, però, quali dati potranno essere scambiati senza autorizzazione del giudice. E non è una domanda da poco, perché più dati si hanno a disposizione e più è facile identificare il cliente dello streaming illegale.

Qualora i dati accessibili fossero solo quelli delle carte di pagamento, infatti, per scoprire chi va multato sarebbe necessario entrare fisicamente in possesso dei computer e delle attrezzature dei cyber criminali, perché nel flusso di dati della trasmissione illegale delle partite non c’è traccia dello strumento di pagamento usato dal cliente (ma c’è l’indirizzo IP del cliente).

Quando arriva il protocollo anti pezzotto

Capitanio ha affermato che il protocollo è pronto ma, ancora una volta, non ha detto quando sarà firmato, quando diventerà operativo e quanti e quali dati potranno essere trasmessi in automatico alla Guardia di Finanza.

Il commissario, quindi, resta ancora vago ma, indubbiamente, continua a metterci la faccia e questo lascia intendere che non si tratti della classica promessa da politico. Non è da escludere che il protocollo entri in funzione insieme alla famosa seconda versione della piattaforma anti pirateria, ribattezzata dalla stampa “Piracy Shield 2.0“.

Il debutto di Piracy Shield 2.0, annunciato a giugno ancora una volta da Capitanio, è previsto “entro fine anno“.

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