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SCIENZA

A Pompei è stata portata alla luce un'area mai vista e con nuovi ritrovamenti

Una nuova area del Parco Archeologico di Pompei è adesso aperta al pubblico: mette in mostra alcuni nuovi ritrovamenti che ci dicono di più sulla vita e le abitudini del tempo

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È uno dei siti storici più suggestivi e interessanti d’Italia e ancora oggi, dopo secoli, continua a rivelare (e a nascondere) segreti: il Parco Archeologico di Pompei sorprende nuovamente sia gli archeologi e gli studiosi che ci lavorano attivamente, sia il pubblico, che adesso potrà esplorare una nuova area grazie all’installazione di una serie di passerelle.

La nuova zona del parco, che prende il nome di Insula dei Casti Amanti,  è stata aperta nel contesto di un nuovo progetto di restauro, scavo e accessibilità. Ovviamente non si tratta di un’area che espande solo fisicamente la superficie visitabile, ma che la arricchisce grazie a una serie di nuovi ritrovamenti.

I ritrovamenti dell’Insula dei Casti Amanti

Come accuratamente riportato sull’e-Journal del Parco Archeologico, era già da diverso tempo che gli esperti stavano lavorando alla realizzazione di passerelle sospese nella Regio IX dell’antica città di Pompei, zona dove si trova appunto l’Insula dei Casti Amanti. Per quest’ultima area era per altro in corso un intervento di restauro e valorizzazione, che ha portato gli archeologi a rinvenire alcuni reperti inediti che, ancora una volta, fanno luce sulle abitudini della vita quotidiana e familiare dei tempi.

Da una parte, di fronte al portone chiuso della Casa dei Pittori al lavoro (chiamata così perché si stava ridipingendo al momento dell’eruzione) sono stati trovati i resti di due vittime, un uomo e una donna, mentre all’interno è venuto alla luce un piccolo cubicolo allestito come uno studiolo. Dall’altra, nel cortile della Casa del Secondo Cenacolo Colonnato sono venuti alla luce dei disegni fatti da bambini.

Il misterioso quadro della Casa dei pittori al lavoro

La Casa dei Pittori al lavoro è già da tempo oggetto di attenzione, per via delle straordinarie scoperte che sono state fatte al suo interno. Dal 1982 al 2005 sono state svolte diverse indagini, che hanno portato al rinvenimento di pitture e affreschi degni di nota nel settore orientale e centrale della casa. Attualmente, invece, è “sotto esame” il  versante nord-occidentale della domus, che è per altro quello con più ambienti sepolti dagli strati vulcanici.

Come abbiamo già detto, gli archeologi sono stati in grado di accedere a uno studiolo ed esaminare il suo contenuto, che è apparso ricco di quadri con tematica mitologica. Uno di questi quadri è risultato essere particolarmente inquietante e misterioso, perché rappresentava un piccolo bambino incappucciato, che si presume potesse essere un figlio deceduto dei proprietari.

I disegni dei bambini a Pompei

Dal bambino incappucciato si passa, poi, ad altri bambini: sui muri di quello che doveva essere un cantiere in piena attività al momento dell’eruzione, gli studiosi hanno scoperto e documentato una serie di disegni a carboncino, fatti proprio da infanti. I fanciulli hanno disegnato quelli che erano i più grandi intrattenimenti dell’epoca, ovvero scene di combattimenti di gladiatori e di venationes, ovvero di caccia agli animali.

Secondo gli archeologi, i bambini dovevano essere ancora piccoli: a dirlo è il modo in cui rappresentano la figura umana, senza torso e con braccia e gambe che escono direttamente dalla testa. Sempre secondo gli studiosi, le scene non rappresenterebbero tanto opere di fantasia, ma quanto dei ricordi. Ciò significa che i piccoli hanno tentato di riprodurre qualcosa di realmente osservato, cosa che lascia intendere che venissero portati nelle arene sin dalla tenera età.

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