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SCIENZA

Davvero potremmo aver intercettato il frammento di un mondo antico nello spazio?

E se Bennu non fosse un asteroide? I primi risultati delle analisi sui suoi frammenti fanno pensare che fosse in realtà un antico mondo oceanico.

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Qualche mese fa si è compiuta una missione straordinaria: una sonda ha attraversato lo spazio per oltre 6 miliardi di km, riportando sulla Terra alcuni preziosissimi campioni di un asteroide. Gli scienziati – dopo aver superato qualche piccolo ostacolo – hanno dato subito il via alle analisi, e i primi risultati si sono rivelati sensazionali. Addirittura, è emersa un’ipotesi molto affascinante: e se i frammenti di Bennu non appartenessero a un asteroide, bensì a un mondo antico? Ecco che cosa sappiamo.

I campioni dell’asteroide Bennu

Lo scorso 23 settembre, la sonda OSIRIS-REx della NASA ha fatto rientro nell’atmosfera terrestre, portando con sé un carico davvero speciale. Stiamo parlando dei campioni dell’asteroide Bennu, contenuti all’interno di una capsula che ha regalato qualche difficoltà agli scienziati. Il suo meccanismo, infatti, si è mostrato particolarmente arduo da aprire, tanto che si temeva di aver perduto i preziosi frammenti ancor prima di mettervi le mani. Infine, gli esperti sono riusciti ad accedere ai campioni e hanno potuto iniziare le analisi.

L’obiettivo della missione consisteva nel riportare sulla Terra alcuni frammenti di un asteroide per permettere agli scienziati di analizzare da vicino la loro composizione, nella speranza di comprendere qualcosa in più sul Sistema Solare. Secondo gli astronomi, Bennu sarebbe infatti un asteroide formato dal materiale rimasto nello spazio dopo la nascita del nostro sistema planetario, circa 4,5 miliardi di anni fa. Le analisi preliminari sui campioni, che corrispondono a circa 121 grammi di materiale proveniente dallo spazio, hanno rivelato qualcosa di sorprendente.

I risultati delle prime analisi

I frammenti di Bennu sono stati analizzati da diversi team di scienziati: dagli studi è emersa subito la presenza di abbondanti quantità di acqua e carbonio. Ma è l’indagine condotta dai ricercatori dell’Università dell’Arizona, guidati dall’italiano Dante Lauretta, ad aver permesso di fare un nuovo passo in avanti. Si è infatti scoperto che la regolite riportata a “casa” dalla sonda della NASA è molto diversa da quella appartenente ai meteoriti caduti sulla Terra, sui quali sono già state condotte numerose analisi. Bennu non è dunque un asteroide?

Nei campioni studiati, gli scienziati hanno rilevato alte concentrazioni di fosfato che mai prima d’ora erano state individuate negli asteroidi. “Il materiale sembra diverso da qualsiasi altra cosa nella nostra collezione di meteoriti dal punto di vista isotopico, il che è emozionante. C’è un intero regno di materiale a cui non avremo mai accesso se ci affidiamo solo ai meteoriti” – ha affermato Lauretta. E la crosta di fosfato ritrovata nei frammenti di Bennu stimola lo sviluppo di un’ipotesi tanto straordinaria quanto affascinante.

È possibile, infatti, che ci troviamo davanti ai frammenti di un antico mondo oceanico: questo spiegherebbe la presenza di così alte concentrazioni di fosfato – cosa che è stata registrata, ad esempio, su Encelado, una delle lune di Saturno che cela un oceano liquido sotto la superficie ghiacciata. “L’asteroide Bennu potrebbe essere un frammento di un antico mondo oceanico. È ancora una speculazione, ma è la migliore pista che ho al momento per spiegare l’origine di questo materiale” – ha concluso Dante Lauretta. Le prossime analisi, probabilmente, ci potranno rivelare ancora qualcosa in più.