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Hanno scoperto un nuovo pianeta che sconvolge i modelli di formazione del Sistema Solare

Nello spazio c'è un pianeta che, almeno secondo le nostre attuali conoscenze, non potrebbe esistere: ecco che cosa hanno scoperto gli astronomi.

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Da quando l’uomo ha per la prima volta sollevato lo sguardo verso il cielo, la curiosità di scoprire che cosa si trovasse al di là del nostro mondo lo ha spinto a studiare sempre di più l’Universo. Oggi, grazie alle più avanzate tecnologie di cui dispongono, gli astronomi hanno sviluppato interessanti modelli che spiegano la formazione dei pianeti, delle stelle e di ogni altro corpo celeste. Ma una nuova scoperta ha messo in discussione tutto.

Il pianeta “impossibile”

Un team di ricercatori della Penn State University ha messo a punto uno strumento chiamato Habitable Zone Planet Finder: collegato al telescopio Hobby-Eberly (situato nel Texas occidentale), è in grado di rilevare il sottile cambiamento di velocità di una stella mentre un pianeta la attira a sé gravitazionalmente. Questo metodo permette di individuare esopianeti di cui non eravamo ancora a conoscenza. Le misurazioni sempre più precise consentite da strumenti così all’avanguardia si rivelano preziose per scoprire quei pianeti che si trovano nelle regioni abitabili del loro sistema – ovvero là dove l’acqua potrebbe esistere allo stato liquido sulla superficie.

I ricercatori, analizzando i dati raccolti mediante l’Habitable Zone Planet Finder, si sono trovati davanti ad un vero e proprio mistero. Hanno infatti scoperto un pianeta che, secondo le nostre attuali conoscenze, non potrebbe esistere. Di cosa si tratta? Studiando la stella LHS 3154, hanno individuato un pianeta gigante in orbita attorno ad essa. Il problema è che la stella è una nana bianca ultrafredda, il tipo più piccolo dell’Universo (ha una massa di 9 volte inferiore rispetto al nostro Sole), mentre l’esopianeta è di ben 13 volte più grande rispetto alla Terra.

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La scoperta che sfida le nostre conoscenze

I nostri modelli di formazione planetaria non prevedono l’esistenza di un pianeta di tale massa in orbita attorno ad una stella così piccola. Per capirne il motivo, dobbiamo fare un piccolo passo indietro. Una stella nasce quando grandi nubi di gas e polvere, raffreddandosi, collassano sotto la loro stessa gravità. Il materiale rimanente dopo la formazione della stella inizia ad orbitare attorno ad essa, formando un disco schiacciato conosciuto come disco protoplanetario (o disco di formazione planetaria): è una vera e propria “fabbrica” di pianeti, dove le polveri possono aggregarsi dando vita ad altri corpi celesti.

Gli astronomi hanno sempre ritenuto che la quantità di materiale disponibile all’interno del disco protoplanetario fosse proporzionale alle dimensioni della stella ospite, ma il pianeta LHS 3154b mette in discussione questa teoria. Come spiegato nello studio pubblicato di recente su Nature, alcune simulazioni al computer hanno dimostrato che, per dare vita ad un pianeta del genere, servirebbe un disco almeno 10 volte più massiccio di quanto potrebbe essere quello che ruota attorno alla stella nana ultrafredda.

“Non si prevede che il disco di formazione planetaria attorno alla stella di piccola massa LHS 3154 abbia abbastanza massa solida per creare questo pianeta. Ma è là fuori, quindi ora dobbiamo riesaminare la nostra comprensione di come si formano i pianeti e le stelle” – ha affermato il professor Suvrath Mahadevan della Penn State University, autore principale dello studio – “Questa scoperta dimostra quanto poco davvero sappiamo dell’Universo”.