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SCIENZA

Qualcosa è arrivato da Marte: stanno analizzando le "firme biologiche" di altre forme di vita

Un gruppo di ricercatori ha sviluppato un programma in grado di stinguere forme di vita dai resti ottenuti: attesa per le analisi dei frammenti da Marte

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Analisi forme di vita extraterrestre Fonte foto: 123RF

Tutto ciò che riguarda lo spazio è istintivamente allettante per noi. La cosa è ben comprensibile, considerando come scoprire ciò che è lì fuori, un tempo totalmente al di là della nostra portata e immaginazione, è in grado di rispondere antiche domande come: da dove veniamo?

Per questo motivo gli ultimi aggiornamenti relativi a Marte non possono che trovare ampio risalto. La comunità scientifica ha annunciato d’aver fatto seri progressi nel campo dell’analisi delle “firme biologiche” di altre specie. Il tutto grazie a un programma, in grado di distinguere le differenti miscele chimiche prodotte da organismi viventi.

I primi test

Una sperimentazione a dir poco allettante, che potrebbe di fatto rappresentare una clamorosa svolta in questo campo. I primi test preliminari hanno garantito un’accuratezza del 90%. Ciò offre una sorprendente confidenza nel riuscire a distinguere i campioni prelevati tra quelli non biologici e quelli provenienti da organismi viventi.

Perché tutto ciò è importante? Il primo quesito che viene alla mente è inevitabilmente questo. Occorre spiegare come la vastità dell’universo, insieme con la nostra capacità di esplorarne una sezione insignificante, rende a dir poco illusoria la speranza di incappare in una forma di vita aliena, totalmente formata e incastrata in una società o meno.

Ad oggi le chance di ritrovarci a scovare nell’universo dei nostri lontani parenti, differentemente formatisi a seconda delle loro condizioni di vita, sono minime. Ciò rende quest’analisi di “biosegnalazioni” quanto di più vicino alla scoperta di vita passata o presente.

A caccia di vita extraterrestre

Il dottor Robert Hazen, astrobiologo della Carnegie Institution for Science, di Washington DC, ha sottolineato come questo strumento abbia in sé il potenziale di rivoluzionare totalmente le ricerche di vita extraterrestre, così come il processo di comprensione delle origini della vita sulla Terra.

C’è grande attesa per poter iniziare ad analizzare i materiali provenienti da Marte, nella speranza di individuare dei primordiali segni di vita passata. Tutto ciò nasce da un’intuizione. A differenza dei materiali non viventi, tutto ciò che ha a che fare con organismi viventi vanta delle molecole selezionare per la loro funzione. Ciò ha dato il via ai primi test per lo sviluppo di un rilevatore di vita, così da “scartare” elementi che vivi non lo sono mai stati.

Il processo

Per riuscire a esplorare quest’idea fino in fondo, verificandone l’esattezza, gli scienziati hanno sottoposto ben 134 campioni differenti di oggetti viventi e non viventi a un particolare processo. Si tratta della pirolisi-GC-MS. Ciò ha portato a una scomposizione delle molecole organiche presenti in ogni singolo campione.

È stato poi “addestrato” un algoritmo a distinguere tra campioni biologici e non. Enorme lo stupore dei ricercatori, che hanno visto come siano stati identificati tre gruppi di campioni: vita, vita fossile e non biologico.

Lo studio prosegue e promette grandi risultati, anche se difficilmente giungeranno nell’immediato. Attualmente gli scienziati lavorano con 25 paleobiologici, così da verificare le conclusioni del programma in merito ad alcuni dei resti più antichi della Terra. Per capire fino a che epoca si stia tornando, uno degli elementi è una lastra di roccia dell’Australia occidentale, risalente a 3.5 miliardi di anni fa. Su di essa, ritengono i ricercatori, ci sarebbero tracce di antichi microbi fossili.

Servirà un lungo addestramento ma, col tempo, lo strumento oggi nelle nostre mani potrebbe distinguere svariate forme di vita. Più “esperto” diventerà, maggiori saranno le chance di analizzare fino in fondo i campioni raccolti su Marte e, magari, ottenere risposte sorprendenti: “Potremmo essere davvero in grado di trovare forme di vita provenienti da un altro pianeta, da un’altra biosfera, anche se molto diversa da quanto concepito sulla Terra”.