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I ricci di mare stanno sparendo misteriosamente: cosa sta succedendo?

I ricci di mare stanno scomparendo misteriosamente nel Mar Rosso, come in altre parti del mondo: cosa sta succedendo e perché non è un buon segno.

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Le barriere coralline del Mar Rosso sono un paradiso sottomarino, dimora di una grande varietà di specie meravigliose. Come quelle di altre aree del mondo, sono anche emblema di resilienza: nonostante l’impatto del cambiamento climatico, che è sotto gli occhi di tutti, hanno mostrato una enorme resistenza all’innalzamento delle temperature. Eppure sta accadendo qualcosa di molto strano: i ricci di mare stanno scomparendo misteriosamente e a velocità sorprendente, come in altre parti del mondo. E non è affatto un buon segno.

I ricci di mare nel Mar Rosso stanno morendo

Il misterioso declino del Diadema setosum, una specie chiave di ricci di mare diffusa nel Mar Rosso, nell’Oceano Indiano e nell’Oceano Pacifico, sta suscitando parecchi timori nella comunità scientifica. Sono stati i ricercatori israeliani a notare per la prima volta il fenomeno vicino alla città di Eilat all’inizio di quest’anno e da quel momento si sono adoperati per scoprire quali fossero le cause di questa moria di massa.

Queste creature hanno spine velenose lunghe fino a 50 cm e fino a poco tempo fa erano familiari agli esploratori subacquei che di anno in anno affollano il Golfo di Aqaba, noto per le sue acque limpide e per le barriere coralline dai colori sgargianti. Stando agli ultimi studi, però, la presenza di ricci di mare neri si è ridotta del 90% e non solo ad Aqaba, in Giordania, ma anche in Egitto e Arabia Saudita.

Come spiegato dal dottor Omri Bronstein dell’Università di Tel Aviv in un articolo pubblicato dalla BBC, la causa è da ricercare nella presenza di un parassita che provoca nei ricci una malattia mortale. I segni sono ben visibili: le spine dapprima si paralizzano, poi cadono e gli animali vanno in “necrosi”, con una repentina “perdita di tessuto” che infine lascia spazio soltanto a scheletri nudi. E tutto nel giro di appena 48 ore.

Perché la scomparsa dei ricci di mare non è un buon segno

Ancora una volta si parla di una specie che rischia di scomparire ed è di nuovo colpa nostra. Secondo i ricercatori alla base della proliferazione del parassita ci sarebbe proprio la presenza umana e in particolare la navigazione – quindi inquinamento e avvelenamento – avrebbe contribuito a diffondere la malattia.

L’improvvisa alta mortalità dei ricci di mare era stata già documentata dall’inizio del 2022 nel Mar dei Caraibi, dove un team di biologi marini della Cornell University e dell’US Geological Survey avevano identificato proprio un parassita del genere philaster, che provocava anche in quegli esemplari il medesimo decorso e, infine, la morte.

Il parassita che ha sta vessando il Mar Rosso potrebbe essere il medesimo, ma occorrono ulteriori studi per giungere a un conclusione reale. Al di là delle ipotesi, quel che gli scienziati temono sono le conseguenze della scomparsa dei ricci di mare neri, fondamentali per l’equilibrio dell’habitat e di una delle barriere coralline più antiche del mondo. Senza di essi, considerati come dei veri e propri “tosaerba”, le macro-alghe prenderanno il sopravvento soffocando letteralmente un ecosistema che diventerà via via sempre più precario, scomparendo a sua volta.

Il Mar Mediterraneo è a rischio? Purtroppo sì. Ormai da diversi anni il Diadema setosum – considerato specie invasiva – vive nelle nostre acque tra Turchia e Grecia e, secondo uno studio pubblicato lo scorso maggio su Royal Society Open Science, anche qui si sono già registrati fenomeni di moria di massa come nel Mar Rosso.

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