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Rivoluzione in UE: queste 19 piattaforme tech sono sotto sorveglianza

Il commissario al Mercato interno Breton ufficializza la lista delle "grandi piattaforme online" che saranno sottoposte a sorveglianza: ci sono davvero tutti

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unione europea Fonte foto: Shutterstock

La Commissione Europea ha ufficializzato l’elenco delle “very large online platform“, cioè le piattaforme online che hanno almeno 45 milioni di utenti (cioè il 10% della popolazione della UE) e che, secondo il nuovo regolamento Digital Services Act (DSA), devono rispettare una normativa più stringente in fatto di gestione dei dati e moderazione dei contenuti. A rendere noto l’elenco è stato Thierry Breton, commissario per il Mercato interno, tramite un video postato sui suoi profili social ufficiali.

Sorveglianza UE: cosa comporta

Le aziende tecnologiche entrate nella lista della UE sono tutte le più grandi, e le piattaforme censite sono in totale 19, tra le quali tutti i social principali e i motori di ricerca, sia di Google che di Microsoft. Ci sono poi i grandi ecommerce e c’è persino Wikipedia:

  • AliExpress
  • Amazon Store
  • Apple App Store
  • Microsoft Bing
  • Booking
  • Facebook
  • Google Maps
  • Google Play
  • Google Search
  • Google Shopping
  • Instagram
  • LinkedIn
  • Pinterest
  • Snapchat
  • TikTok
  • Twitter
  • Wikipedia
  • YouTube
  • Zalando

Ciò che l’UE chiede a queste aziende è essenzialmente il rispetto di tutti quegli obblighi in materia di trasparenza e affidabilità richiesti dal Digital Services Act.

Come ben noto, questa normativa ha il compito di regolamentare i servizi digitali. È stata approvata dal Parlamento Europeo il 5 luglio 2022 insieme al Digital Markets Act. I due regolamenti sono oggi le linee guida che costituiscono il Digital Services Package.

Lo scopo ultimo è quello di regolamentare il funzionamento del mercato interno dei servizi digitali in Europa nel tentativo di creare un ambiente digitale che sia sicuro e affidabile e che, soprattutto, possa tutelare i diritti dei consumatori, ma senza frenare la corsa all’innovazione e alla competitività.

Cosa cambia per le aziende

Secondo quanto richiesto dalla Commissione Europea le 19 “very large platform” di cui sopra avranno quattro mesi per adeguare le proprie attività al Digital Services Act, ponendo particolare attenzione a tutto ciò che riguarda la protezione degli utenti online, soprattutto i minori.

Necessaria anche una maggiore vigilanza sui contenuti presenti su queste piattaforme, con l’UE che chiede a gran voce alle aziende maggiori controlli e interventi tempestivi in caso di pubblicazione di contenuti pericolosi (ad esempio le famose “challenge” di TikTok), che andranno rimossi prima possibile. Sarà poi vietato mostrare pubblicità basata sui dati sensibili degli utenti, come i gusti sessuali o l’etnia.

La pena per chi non rispetterà le regole saranno multe fino al 6% del fatturato annuo e, in caso di violazioni reiterare, il divieto di operare in Europa.

Nessun intento punitivo, dunque, da parte della Commissione Europea nei confronti delle Big della tecnologia. Ma certamente una stringente regolamentazione e una costante vigilanza che, tra l’altro, sarà pagata dalle stesse piattaforme tramite una apposita tassa.