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Siccità, le città in Sicilia rimaste senza acqua e quelle a rischio

Allarme sempre più grave in Sicilia, con razionamenti d'acqua, interruzioni e riduzione della pressione: ecco il dramma città per città

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La crisi dell’acqua in Sicilia è divenuta una questione di caratura globale. Considerando la fama della Regione, in termini di turismo, non era di certo impronosticabile che giornali come il New York Times e il Guardian si occupassero della vicenda.

La politica promette e intanto la gente arranca, il turismo è in allarme e le coltivazioni in estremo rischio. I tempi degli interventi sono molto lunghi e, per quanto Salvini prometta 92 milioni di euro, il commissario per la siccità Nicola Dell’Acqua spiega: “Tutto il Paese paga l’inefficienza delle infrastrutture”.

Crisi in Sicilia: le città coinvolte

Sono svariate le città in gravi condizioni in Sicilia. Basti pensare al fatto che a Palermo si va ormai verso una nuova minima riduzione della pressione dell’acqua. Ciò al fine di consentire un risparmio maggiore in un centro in cui, dopo il duro scontro tra Regione e Amap, non si è attuata alcuna misura di razionamento.

Le cose non vanno meglio a Trapani, dove l’assenza di piogge sta provocando conseguenze gravose. Hanno avuto inizio delle vere e proprie turnazioni per l’erogazione dell’acqua. A Licata, invece, è stata messa a disposizione della Marina Militare Italiana la nave cisterna Ticino. Ciò dovrebbe alleggerire un po’, almeno per ora, le conseguenze dell’emergenza idrica.

L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) definisce periodicamente le zone rosse. Per farlo sfruttano le risultanze che vengono trasmesse dagli Osservatori distrettuali permanenti per gli usi idrici, che operano un monitoraggio costante nei 7 distretti idrografici. Si effettua dunque una classificazione:

  • 1 – Situazione normale,
  • 2 – Trend peggiorativo;
  • 3 – Severità idrica media;
  • 4 – Severità idrica alta.

Conseguenze devastanti

Dopo un anno e mezzo di precipitazioni a dir poco ridotte, la Sicilia vede circa 2 dei 5 milioni di abitanti alle prese con un razionamento dell’acqua potabile. Una condizione particolarmente complessa nell’area ovest e sud dell’isola. Qui, infatti, alcuni invasi artificiali sono ormai quasi del tutto prosciugati. In toto, ben 6 bacini su 29 non hanno più acqua sfruttabile.

Ad Agrigento, ad esempio, l’acqua viene distribuita con le autobotti ogni due settimane. Su richiesta della Regione, la nave Ticino ha portato con sé 1.200 metri cubi d’acqua. Utili soprattutto per la zona di Gela.

A Caltanissetta alcune zone sono senz’acqua da ormai 46 giorni. Il sindaco Tesauro ha addirittura chiesto ai cittadini che hanno un pozzo di metterlo a disposizione di altre persone. A Palermo, come detto, è stato autorizzato un piano per ridurre la pressione e, dunque, gli sprechi. La situazione è però meno grave qui che altrove.

Delle potenziali conseguenze si è occupato anche il NYT. In un articolo del 24 luglio si è scritto del timore di gravi perdite agricole, con compromissione economica ulteriore data dalla crisi turistica. La diffusione di informazioni e immagini, però, ha fatto scattare l’allarme della ministra del Turismo Daniela Santanché. Una situazione che ha dell’assurdo, considerando la realtà dei fatti. La politica ha infatti accusato il celebre quotidiano di danneggiare ulteriormente la situazione regionale.

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