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SCIENZA

Strane macchie luminose apparse sulla Luna: cosa sono?

I vortici lunari sono affascinanti e misteriosi allo stesso tempo, ma finalmente la NASA sembra avere trovato le risposte giuste a molte domande

C’è poco da fare, la Luna è l’indiscussa protagonista dei progetti spaziali di queste ultime settimane del 2022. Oltre alla missione Artemis che è propedeutica al ritorno dell’uomo sul nostro satellite, gli scienziati stanno concentrando la loro attenzione sui cosiddetti vortici lunari. Di cosa si tratta? Tutto è partito da una foto resa pubblica dalla NASA.

In questi giorni l’agenzia spaziale americana ha diffuso una delle immagini dell’LRO, acronimo che identifica il Lunar Reconaissance Orbiter. Il lancio di questo dispositivo risale al 2019 e il suo compito principale è quello di studiare più da vicino l’oggetto celeste. Nella fotografia si nota una macchia luminosa la cui spiegazione è molto semplice.

Le dimensioni dei vortici lunari

Non è altro che la raffigurazione visiva dei vortici lunari, veri e propri turbinii del satellite che presentano l’aspetto di un quadro artistico astratto. La macchia si trova al centro di Oceanus Procellarum, il vasto mare lunare sul bordo occidentale del lato visibile. L’aspetto dei vortici è per l’appunto quella di nuvole luminose sulla superficie e le dimensioni possono essere importanti, come dimostrato dal più grande in assoluto (noto come Reiner Gamma), il cui diametro è lungo ben 70 chilometri. Alla base del fenomeno c’è niente meno quello che viene normalmente definito come magnetismo crostale.

In poche parole, si tratta del campo magnetico presente nella crosta o nella parte superiore del mantello di un qualsiasi corpo celeste, con la temperatura che riesce a magnetizzare i composti di tipo ferromagnetico. La NASA ha spiegato l’immagine del Lunar Reconaissance Orbiter come una sorta di “abbronzatura” della Luna. La radiazione solare va letteralmente a “bombardare” il satellite e sono proprio alcune anomalie magnetiche che vanno a fornire la giusta schermatura, con la protezione delle parti più luminose. Altre zone della superficie, invece, risultano “scottate” ed è questa differenza che va a determinare i vortici lunari di cui si sta parlando.

Le ultime scoperte sui vortici lunari

Proprio negli ultimi mesi si è capito come ci sia un collegamento tra l’aspetto vorticoso della superficie lunare e la conformazione dei vortici. Inizialmente si pensava che questi ultimi andassero a sovrapporsi alla topografia del satellite, in realtà in questo caso entrano in ballo gli agenti atmosferici spaziali. Questa importante novità scientifica ha spinto gli astronomi a riconsiderare altre certezze che fino a non molto tempo fa sembravano quasi incrollabili. In particolare, si cercherà di rivedere il ruolo esatto dello spostamento della polvere, altrettanto strategico per la formazione dei vortici. Ecco perché da Artemis ci si attendono indicazioni molto precise.

Il Lunar Renaissance Orbiter è stato comunque progettato anche per assolvere altri compiti. Ad esempio è un dispositivo in grado di studiare le radiazioni che provengono dallo spazio più profondo nei pressi dell’orbita della Luna. Inoltre, serve a scandagliare diverse regioni polari del satellite per scoprire eventuali depositi di ghiaccio d’acqua. Ultima, ma non meno importante, è la mappatura ad alta risoluzione dell’oggetto celeste per valutare quali siano i siti migliori per i futuri atterraggi. Che fai tu Luna in ciel? Se lo chiedeva persino Giacomo Leopardi e tra non molto tempo il poeta marchigiano potrà ottenere una sospirata risposta.