Libero
SCIENZA

Trovati resti di una specie di dinosauro che nessuno immaginava esistesse

Si chiama Igai Semkhu ed è un titanosauro che si muoveva in Egitto durante il tardo Cretaceo: il ritrovamento dei suoi resti è una scoperta a dir poco straordinaria

Pubblicato:

Non sapremo mai davvero tutto (e forse mai neanche abbastanza) sugli enormi rettili che popolavano la Terra milioni di anni fa. Nonostante le ricerche e gli studi sui dinosauri siano quanto più possibile dettagliate e approfondite, la loro distanza temporale da noi fa sì che ci sia sempre qualcosa di nascosto, di celato, ancora da scoprire.

Lo dimostra il ritrovamento di alcuni resti misteriosi, che appartenevano a un sauropode che nessuno credeva potesse esistere. Attenzione però: quando diciamo che nessuno credeva che questo dinosauro potesse esistere non stiamo sostenendo ipotesi strampalate su magiche apparizioni. In modo più realistico e scientificamente provato, semplicemente finora non erano stati trovati reperti o fossili che ne attestassero davvero l’esistenza.

L’assenza di fossili e la nuova scoperta

Sì, perché se già di base il ritrovamento di fossili di dinosauri non è una delle cose più facili al mondo, ci sono luoghi dove ciò è molto, molto più complicato. Il “nuovo” dinosauro scoperto, per esempio, a quanto pare si muoveva in Egitto durante il tardo Cretaceo (periodo Campano-Maastrichtiano) e come riporta lo studio pubblicato sul Journal of Vertebrate Paleontology, i fossili di questo periodo sono estremamente rari soprattutto in Africa e nella penisola araba.

Anzi, c’è di più: la maggior parte di quelli portati alla luce fino a oggi erano parziali, limitati, e hanno reso quasi impossibile interpretazioni filogenetiche e paleobiogeografiche dettagliate. Questo finché una squadra di paleontologi non ha rinvenuto ben cinque vertebre dorsali e dodici elementi appendicolari nell’oasi di Kharga, la più meridionale oasi egiziana nel deserto libico.

Il titanosauro egiziano: l’Igai Semkhu

I fossili di dinosauro sono stati scoperti, più precisamente, all’interno di una cava rocciosa di una delle più interessanti aree storico-archeologiche-paleontologiche d’Africa, la Formazione Quseir, a est di Maks El-Bahari. La zona è divenuta oggetto di studi approfonditi dopo la scoperta di alcuni resti di Mansourasaurus, un titanosauro vissuto nel Cretaceo superiore che si credeva in qualche modo essere l’unico (o uno dei pochi) abitanti della zona.

Ora, invece, gli studiosi hanno la certezza del fatto che altri dinosauri calpestassero il deserto egiziano. Per la precisione, secondo gli studi effettuati sui resti recentemente ritrovati, a tenere compagnia al Mansourasaurus erano gli Igai Semkhu. Anche gli Igai Semkhu, come il Mansourasaurus, erano dei titanosauri ed erano dunque di grandi dimensioni, erbivori e dotati di collo lungo. In particolare, l’esemplare di cui sono stati ritrovati i resti era alto almeno 15 metri.

L’importanza dell’Igai Semkhu in Egitto

Ma come mai la scoperta di questo dinosauro è così rilevante? In primis perché, come abbiamo detto, i fossili di dinosauro del tardo Cretaceo sono estremamente rari in Africa, ma non è tutto qui. Secondo gli studiosi, la presenza dell’Igai Semkhu, affiancata a quella del Mansourasaurus, può indicare un collegamento tra i sauropodi europei e quelli africani, indicando uno scambio faunistico tra Europa e Africa.

«La presenza dell’Igai Semkhu – ha detto l’autore principale dello studio, Eric Gorscak – rafforza l’ipotesi che l’Africa settentrionale e l’Eurasia condividessero faune di tetrapodi terrestri strettamente imparentate alla fine del Cretaceo e differenzia ulteriormente questa fauna da quella del resto del mondo. Ciò significa che i bioti afro-arabici del Cretaceo potrebbero aver vissuto storie evolutive e paleobiogeografiche più complesse di quanto si sia pensato fino a oggi».