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SCIENZA

Scoperta una nuova galassia distante 65 milioni di anni luce dalla Terra

Scopriamo la galassia a spirale barrata che somiglia alla nostra Via Lattea, situata a 65 milioni di anni luce dalla Terra: ecco che cosa ha avvistato il telescopio Hubble.

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Nello spazio più profondo ci sono ancora molti segreti da svelare e mondi nascosti che possono stupirci. Uno di questi è NGC 2217, la nuova galassia a spirale barrata scoperta dal telescopio spaziale Hubble: si trova molto distante dalla Terra e somiglia parecchio alla nostra Via Lattea. Le sue foto sono sorprendenti e ci rivelano moltissimi dettagli interessanti. Ecco che cosa sappiamo su questa galassia.

La nuova galassia NGC 2217

Il telescopio spaziale Hubble è uno degli strumenti più preziosi per gli astronauti: lanciato in orbita terrestre bassa nel 1990, ha già alle spalle oltre 30 anni di servizio e potrà lavorare ancora per un po’, proprio grazie alla tecnologia all’avanguardia di cui dispone. E nonostante sia già in funzione il suo “sostituto”, il James Webb Telescope, la sua funzione è ancora di grandissimo rilievo. La maggior parte delle sue osservazioni ha portato infatti alla scoperta di alcuni dei più affascinanti segreti dell’Universo. Stavolta ha immortalato una galassia a spirale barrata, NGC 2217 (conosciuta anche come AM 0619-271).

La galassia brilla nella costellazione del Cane Maggiore, a circa 65 milioni di anni luce dalla Terra, ed è facilmente individuabile dal telescopio Hubble. Particolarmente luminosa, la sua barra centrale è costituita da stelle che si accumulano nella regione centrale, il cui diametro è pari a circa 100mila anni luce – quindi è di dimensioni simili alla nostra Via Lattea. Esili bracci a spirale sono strettamente avvolti attorno al nucleo centrale, formando un anello perfetto. È un’immagine sensazionale, che ci offre nuovi dettagli su questa galassia.

Le galassie a spirale barrata

Le galassie a spirale barrata, proprio come la Via Lattea, sono davvero molto comuni: sono galassie caratterizzate da una forma a spirale, dal cui bulbo centrale si dipartono due prolungamenti di stelle che ricordano una barra. Secondo alcuni recenti studi, circa due terzi delle galassie a spirale contengono una barra. Quest’ultima potrebbe essere causata da un’onda di densità che si irradia dal centro della galassia, la quale poi si estende anche alle stelle in orbita più lontano creando una barra in grado di autoalimentarsi.

Gli esperti ritengono che questo tipo di struttura sia un incubatoio stellare: la barra aiuterebbe a convogliare verso l’interno il gas e le polveri interstellari, procurando così il materiale per la nascita di nuove stelle in prossimità del centro galattico. La barra, tuttavia, rappresenterebbe solamente un fenomeno temporaneo, essendo destinata a decadere nel tempo. Le galassie diventerebbero così di struttura normale. Pare inoltre che la presenza della barra sia un segno che la galassia sia nella fase della piena maturità.

Il buco nero supermassiccio

La barra della galassia NGC 2217 non è solamente un’incubatrice stellare, ma anche una fonte di alimentazione per il buco nero supermassiccio che si trova al suo centro. I gas interstellari e le polveri vengono infatti convogliati fin qui, dove la forza attrattiva del buco nero li “divora” senza scampo. Si stima che quasi tutte le grandi galassie abbiano un buco nero supermassiccio al loro interno: hanno un peso che va da poche centinaia ad oltre un miliardo di volte la massa del nostro Sole, e ancora oggi costituiscono un mistero per gli scienziati.