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TikTok addio: dove non si potrà più usare

Lo Stato del Montata ha vietato TikTok a partire dal 1° gennaio 2024 ma nel frattempo la casa madre ByteDance è pronta a fare ricorso: con lei anche alcuni tiktoker

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TikTok Series Fonte foto: XanderSt/Shutterstock

Il Montana è il primo Stato degli Stati Uniti a bandire l’utilizzo di TikTok. Il governatore Greg Gianforte ha firmato una legge che costringe gli sviluppatori di applicazioni mobili a bloccare l’accesso a TikTok all’interno dello Stato del Montana entro il prossimo anno. La nuova legge entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024 e vieterà il download di TikTok a qualsiasi “entità” che “offre la possibilità” di accedere alla piattaforma di social media o di scaricare l’applicazione.

La legge, quindi, chiama direttamente in causa anche l’App Store di Apple e il Google Play Store, che dovranno impedire ai rispettivi utenti di installare TikTok a partire dall’anno prossimo, pena una multa di 10.000 dollari al giorno. La mossa arriva al culmine di una vera escalation di polemiche e critiche negli Stati Uniti nei confronti di TikTok, social di proprietà della società cinese ByteDance.

TikTok è stata sempre più nel mirino a causa dei suoi legami con la Cina e per la preoccupazione che tali legami possano rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale. Per questo motivo Gianforte ha inoltre vietato l’uso di tutte le applicazioni di social media che raccolgono e forniscono informazioni o dati personali su server stranieri su dispositivi in dotazione al governo. Tra le applicazioni elencate ci sono WeChat, la cui società madre ha sede in Cina, e Telegram Messenger, fondata in Russia.

Perché TikTok non piace agli Usa

Negli ultimi mesi il Governo Federale e oltre la metà degli Stati Usa hanno vietato l’utilizzo di TikTok sui dispositivi del personale amministrativo. Inoltre, l’amministrazione Biden ha minacciato un divieto nazionale, esteso anche ai privati cittadini, a meno che la ByteDance non venda a società statunitensi le sue azioni di TikTok uscendo dalla proprietà dell’app definitivamente.

ByteDance, dal canto suo, ha sempre negato di aver mai condiviso informazioni con il governo cinese e ha ribadito la sua intenzione di non farlo in futuro, neanche quando richiesto. Quest’ultima promessa, però, è irrealizzabile visto che in Cina è legge l’obbligo per tutti (aziende e privati cittadini) di comunicare al Governo informazioni utili per la sicurezza nazionale. Sicurezza al cui interno, come è noto, ci si può mettere di tutto e di più.

Durante un’udienza bipartisan al Congresso che si è tenuta lo scorso marzo, l’Amministratore Delegato di TikTok, Shou Zi Chew, ha difeso i legami della sua azienda con la Cina.

TikTok è uno dei social network più amati al mondo, ha oltre 100 milioni di utenti negli Stati Uniti e questi divieti stanno portando incertezze soprattutto per i creator che hanno scelto di utilizzare questa piattaforma per i ricchi programmi di monetizzazione dei contenuti.

TikTok pronta a fare ricorso

La risposta di TikTok è stata immediata e netta. La società ha rilasciato un comunicato in cui afferma che la legge del Montana, che vieta l’accesso a TikTok, viola i diritti costituzionali dei cittadini dello Stato. L’azienda si impegna a difendere i diritti degli utenti, ovunque essi si trovino, e non intende arretrare di un passo.

La pensano esattamente allo stesso modo Samantha Alario, Heather DiRocco, Alice Held, Carly Ann Goddard e Dale Scout, i sei creator con un nutrito gruppo di follower su TikTok che hanno citato in giudizio il procuratore generale del Montana, Austin Knudsen: secondo i tiktoker il divieto violerebbe il primo emendamento della Costituzione americana, quello che tutela la libertà di pensiero, di parola e di stampa.