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Amazon potrebbe sviluppare un browser per sfidare Chrome

Amazon ha inviato ad alcuni utenti americani un sondaggio in cui chiede loro come dovrebbe essere il browser ideale: forse ha anche intenzione di svilupparlo

browser Fonte foto: Shutterstock

Amazon potrebbe lanciare un proprio browser per il web, forse per fare concorrenza a Google Chrome. Non è un’indiscrezione, ma una concreta possibilità confermata dal fatto che il gigante del Web ha inviato, nei giorni scorsi, un sondaggio ad alcuni suoi utenti americani chiedendo loro come dovrebbe (o non dovrebbe) essere il browser ideale. Dopo il progetto poco felice di Silk, browser proprietario usato sui dispositivi Kindle e Fire TV, Amazon potrebbe riprovarci ma con uno scopo e delle modalità completamente diverse.

Il browser di Amazon, cosa aspettarsi

L’idea che stava dietro Silk non è mai stata molto felice e, sicuramente, non ha mai rappresentato un problema per Chrome, dato che la soluzione di casa Google era avanti anni luce rispetto al resto.

Quando vide la luce nel 2011, l’intuizione era, sì, quella di creare un browser ma, al contempo, di realizzare un prodotto che fosse complementare agli altri servizi offerti dall’azienda. Per cui se qualcuno avesse mai usato Silk si sarebbe reso conto immediatamente di aver testato una sorta di “home page” con i vari rimandi alle applicazioni made in Amazon.

Le cose, ovviamente, cambiano e adesso l’intenzione del colosso dell’ecommerce sembrerebbe proprio quella di entrare nella vita dei propri utenti dalla A alla Z (come recita il logo dell’azienda), invitandoli a fare parte del progetto.

Naturalmente il sondaggio sta a dimostrare due cose: la prima è che gli sviluppatori stanno ancora sondando il terreno e le preferenze degli utenti, la seconda è che Amazon potrebbe benissimo rinunciare all’impresa se le risposte della fanbase non risultassero soddisfacenti.

Quindi alla domanda se Amazon stia davvero lavorando a un browser proprietario, degno erede di Silk, la risposta è: forse sì, ma probabilmente no, e sta considerando l’ipotesi.

Amazon: parola agli utenti

Per capire davvero se questo progetto s’ha da fare o meno nel sondaggio viene specificato chiaramente che le risposte date potrebbero influenzare le decisioni future dell’azienda.

Gli utenti, quindi, contribuirebbero direttamente alle scelte che potrebbero potenzialmente migliorare la loro esperienza di navigazione. Una prospettiva allettante per chi cerca qualcosa di più vicino alle proprie esigenze e che potrebbe non essere soddisfatto da ciò che attualmente offrono Chrome, Edge e le altre alternative.

Leggendo il form (disponibile solo per gli utenti negli Stati Uniti) si trovano indicazioni riguardo quelle che potrebbero essere le caratteristiche di punta del progetto. Tra queste:

  • Sincronizzazione
  • Privacy
  • Opzioni di acquisto
  • Sintesi vocale
  • Estensioni
  • Sicurezza e blocco dei tracker di terze parti

Tutte queste caratteristiche fanno già parte dei browser più gettonati e, per certi versi, sembra che Amazon voglia ricalcare le esperienze offerte dalla concorrenza.

L’unica differenza è l’ultimo punto dell’elenco che, in questo caso, sembra voler sottolineare un sistema di sicurezza proprietario, che in Google Chrome manca ma che in altri browser, come Microsoft Edge e Mozilla Firefox, è presente.

Sempre nel sondaggio, in un’altra sezione, si parla dell’utilizzo di questo (potenziale) browser sia per desktop che per mobile. Quindi l’azienda potrebbe sfornare una nuova applicazione per Android e iOS, che potrebbe essere installata come broweser di default anche nei Kindle del futuro.

Il progetto di Amazon

Al momento non c’è nulla di certo e Amazon potrebbe non realizzare mai questo progetto. Quello che ad Amazon farebbe molto comodo, però, sarebbe avere un browser tutto suo per monitorare il comportamento dell’utente anche al di fuori del sito dell’ecommerce.

In questo modo Amazon avrebbe molte più informazioni per tarare l’offerta di prodotti in vendita, anticipando persino la domanda. Ma tutto ciò farebbe a pugni con una eventuale politica “do not track“, alla quale Amazon fa riferimento nell’ultimo punto del sondaggio.