Android è uno "strumento di tracciamento massiccio"
Dieci anni fa, in un documento interno, Apple definiva Android come uno strumento di tracciamento massiccio denigrando l'approccio di Google sull'uso dei dati degli utenti
Privacy e tracciamento dell’attività dell’utente sono temi sempre più importanti e attuali nel settore smartphone. Si tratta, però, di tematiche che, già da molti anni, sono al centro dell’attenzione. Una delle aziende accostate con maggior frequenza a questi temi è Google che con il sistema operativo Android e con i suoi servizi, a partire dal motore di ricerca, raccoglie tantissime informazioni su tutti i suoi utenti.
In queste settimane, Google è alle prese con un processo antitrust negli USA da cui arrivano diversi dettagli sulle scelte dell’azienda per assicurarsi il controllo dei dati degli utenti e, quindi, una posizione di forza sul mercato. Grande attenzione c’è, in particolare, sul rapporto tra Apple e Google.
Come è noto, da anni Google paga diversi miliardi di dollari ogni anno per essere il motore di ricerca predefinito degli iPhone e degli iPad. Nello stesso tempo, però, Apple, almeno in passato, non sembra aver particolare stima del sistema operativo Android per via dell’eccessivo tracciamento dell’utente.
Cosa pensava Apple di Android
Tra i documenti emersi a seguito del processo antitrust in corso contro Google c’è anche una presentazione allegata a una e-mail inviata da Eddy Cue a Tim Cook nell’oramai lontano 2013. Ben 10 anni fa, Cue, attuale vicepresidente della divisione Internet Software and Services di Apple, definitiva, senza troppi giri di parole, Android come uno “strumento di tracciamento massiccio“.
Questa definizione, che ripetiamo risale a 10 anni fa quando gli ecosistemi di Apple e Google non erano ancora così sviluppati e attenti alla privacy come oggi, è accompagnata da vari dettagli aggiuntivi. In particolare, all’epoca, Apple era convinta di avere un approccio migliore sulla privacy degli utenti affermando di “combinare i dati tra i servizi solo per fornire un’esperienza d’uso migliore per il cliente”.
La casa di Cupertino sottolineava come servizi aggiuntivi come Siri e Mappe non utilizzavano i dati dell’ID Apple mentre Google si è specializzata nella combinazione dei dati raccolti tra più servizi. Ad aiutare la raccolta di questi dati è proprio Android dove l’uso dei servizi Google è quasi sempre l’opzione più utilizzata dagli utenti.
Il documento interno di Apple è stato pubblicato direttamente dal sito del Dipartimento di Giustizia americano ed è parte della testimonianza resa da Eddy Cue.
Google ha monopolizzato il mercato dei motori di ricerca?
Il ruolo di Android nella raccolta dei dati degli utenti è centrale ma non è il focus del processo antitrust in corso. Google, infatti, è accusata di aver monopolizzato il settore dei motori di ricerca arrivando a pagare i produttori per mantenere una posizione dominante che non può essere intaccata da altri servizi analoghi.
Centrale è il ruolo di Apple che riceverebbe 18-20 miliardi di dollari all’anno per mantenere Google come motore di ricerca predefinito degli iPhone che, ricordiamo, negli USA hanno un market share superiore al 50%.