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Apple e Google contro Unjected, il Tinder dei no vax

Apple e Google "spengono" Unjected, nata come app di incontri e trasformatasi in breve in un punto di aggregazione per cospirazionisti no vax.

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Unjected Fonte foto: Unjected

Il mondo delle app di incontri ha da tempo studiato soluzioni dedicate alle molteplici community presenti in tutto il globo. Ce n’è una, però, nata negli ultimi mesi che sta facendo particolarmente discutere: si tratta di Unjected e, intorno a sé, raccoglie il popolo dei no vax, fungendo anche da luogo di incontro per scambio di informazioni e pareri sui vaccini anti Covid.

Realizzata da due donne delle Hawaii, l’applicazione si descrive come un punto di ritrovo per “persone dalle medesime idee a supporto dell’autonomia medica e della libertà di parola“. C’è dunque molto altro oltre alle questioni di cuore che avevano costituito in origine le fondamenta di questo piccolo social dal potenziale esplosivo. Finita al vaglio di Apple e Google per la presenza all’interno dei rispettivi store digitali, ha creato non pochi grattacapi a entrambi i big del settore tech: in che modo si pongono queste situazioni rispetto alle politiche riguardo la diffusione di fake news sui vaccini anti Covid-19?

Unjected, la storia

La comparsa di Unjected risale allo scorso maggio, quando le principali piattaforme di incontri hanno iniziato a utilizzare badge e ad offrire benefici ai propri iscritti vaccinati. App quali Tinder, Bumble e OkCupid sono state tra le prime a scendere in prima linea, invitando gli utilizzatori a ricevere le somministrazioni del siero.

Sull’altra sponda del fiume, il “Tinder dei no vax”, come è stato soprannominato in rete, ha cominciato a raccogliere consensi fino a veder salire i download totali a quota 18mila, una stima effettuata dall’azienda di marketing specializzata nel settore Apptopia. Il resto del web, però, non si è fermato a guardare: su Twitter si sono scatenati i meme, facendosi beffa della particolare fetta di pubblico per la quale è stato pensato il social.

Unjected, la virata che spaventa

Nonostante fosse nata con uno scopo diverso, Unjected si è rapidamente trasformata in un feed social per chi si oppone all’uso dei sieri per contrastare alcune gravi malattie, al pari della pandemia da coronavirus che ancora imperversa tra la popolazione mondiale. Ed è stata questa virata a far scattare l’allarme di Mountain View.

Tutto è partito da una revisione della policy del Google Play Store successivamente a un aggiornamento dell’applicazione. Big G ha riscontrato un mancato controllo dei contenuti creati dagli utenti, contrari alle policy sulla disinformazione. Tra i post, sono state rilevate affermazioni su “modificatori sperimentali del gene mRNA”, “microchip nanotecnologici” e “armi biologiche” nei vaccini, con il fine ultimo di collegare alla rete 5G chi si sottopone alla vaccinazione.

Per rimanere su Google Play è stato richiesto di eliminare tali pubblicazioni, operazione svolta dal quartier generale di Unjected che ha però sottolineato di essere caduta nella morsa della censura. Adesso l’app di Unjected per Android è ancora presente sul Play Store, ma non si può più installare.

Diversa è stata invece la scelta di Cupertino: dopo una discussione con Bloomberg News, ha rimosso l’app ritenendola fonte di informazioni non affidabile. A ciò si è aggiunta una mossa poco gradita alla Mela morsicata: l’invito a non usare parole trigger capaci di far partire gli accertamenti, una decisione costata cara a Unjected.

Intanto, su Instagram l’account principale ha raccolto già 25mila follower in nome della libertà di espressione. Presto la situazione potrebbe cambiare, vista la proposta di legge della senatrice Amy Klobuchar che renderebbe legalmente responsabili le piattaforme tra cui Facebook e Twitter per le fake news diffuse attraverso le proprie pagine. Cosa succederà? Solo il tempo potrà dircelo.