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Attacchi ransomware letali per le PMI: 1 su 5 stoppa la produzione

Secondo un report di Malwarebytes, il 22% delle piccole e medie imprese colpite dai ransomware non ha altra scelta che cessare le operazioni.

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Attacchi ransomware letali per le PMI: 1 su 5 stoppa la produzione Fonte foto: Shutterstock

I ransomware sono una delle minacce informatiche più pericolose, in modo particolare per le aziende. Secondo un report pubblicato da Malwarebytes, una nota società esperta nel campo della cybersecurity, una parte delle PMI colpite dai ransomware è costretta a fermare la produzione.

Esattamente il 22% delle piccole e medie imprese, infatti, stando al “Second Annual State of Ransomware Report” di Malwarebytes, non ha altra scelta che cessare le operazioni. Dall’indagine emerge che un terzo delle società intervistate ha subito un attacco hacker lo scorso anno. Lo studio è stato condotto su un campione di oltre 1000 aziende e ha coinvolto diversi Paesi: Nord America, Francia, Regno Unito, Germania, Australia e Singapore. La ricerca mette in evidenza la fragilità in cui versa la sicurezza informatica aziendale e i rischi a cui le imprese vanno incontro. Ad esempio, sempre prendendo in considerazione il report di Malwarebytes, 1 azienda su 6 ha dovuto bloccare la produzione anche per 25 ore.

I danni del ransomware

Se un’azienda è costretta a fermarsi rischia anche di registrare delle perdite in termini economici. Il 15% delle piccole e medie imprese colpite da un attacco ransomware, infatti, ha subito un calo delle entrate. Il “Second Annual State of Ransomware Report” richiama l’attenzione anche su un altro elemento: il livello di priorità che le aziende intervistate riservano ai ransomware. Sebbene, afferma lo studio, il 75% consideri la minaccia molto importante, più della metà delle imprese dichiara di non essere in grado di fronteggiarla.

Come si diffonde il ransomware

E c’è di più. Per alcune aziende diventa difficile individuare il punto da cui è partito l’attacco ransomware, con il risultato che in poco tempo l’infezione si diffonde nell’intera rete informatica.

L’email si conferma come uno dei principali canali utilizzati dagli hacker per colpire le aziende. Se negli Stati Uniti il 37% degli attacchi sono arrivati attraverso un allegato e il 22% tramite un link, il Europa il dato è leggermente più basso: il 22% delle piccole e medie imprese è stata infettata da un ransomware a causa di un allegato email. Stessa percentuale in riferimento alle infezioni propagate da un link.

No al pagamento del riscatto

Gran parte delle PMI coinvolte nell’indagine considera sbagliato sottostare alle richieste dagli hacker. Infatti, il 72% delle aziende afferma che non si dovrebbero mai pagare i riscatti (come è noto, la caratteristica principale del ransomware è che blocca i dispositivi e chiede dei soldi in cambio).

Come proteggersi

Innanzitutto, una piccola e media impresa dovrebbe partire a investire di più in sicurezza informatica. E non solo dal punto di vista tecnico, ma anche formativo. Infatti, il principale anello debole dell’azienda è proprio il dipendente. La società dovrebbe puntare a creare una cultura della cybersecurity.

Per limitare gli attacchi, comunque, valgono sempre i soliti consigli. Infatti, è necessario evitare di cliccare su link sconosciuti o aprire allegati sospetti. È anche importante mantenere sempre aggiornati tutti i dispositivi elettronici utilizzati in fabbrica.