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Axios non funziona: didattica a distanza sospesa per attacco hacker

La piattaforma di teledidattica a distanza Axios è finita KO a seguito di un attacco hacker di tipo DDoS. Il servizio è al momento irraggiungibile

computer libri Fonte foto: Shutterstock

Oggi niente scuola: c’è un attacco hacker. In tempi di pandemia, coronavirus e didattica a distanza succede anche questo. Anzi, sta succedendo proprio in queste ore: la piattaforma di teledidattica gestita da Axios Italia è stata infatti colpita da un attacco di tipo DDoS ed è al momento bloccata.

L’azienda sta rimettendo in piedi il sistema, ma per alcuni utenti è ancora impossibile accedervi e fare il login. Sulla home page del sito di Axios compare un messaggio, in cui l’azienda si scusa e spiega che “purtroppo da questa notte la nostra struttura è continuamente vessata da attacchi informatici (tipo DDoS) da parte di hacker. Abbiamo bloccato questo attacco grazie al tempestivo intervento dei nostri tecnici e quelli di Aruba Enterprise, purtroppo il servizio nella giornata di oggi potrà subire delle alterazioni e non funzionare regolarmente“. Axios annuncia anche che denuncerà l’accaduto alla Polizia Postale, affinché possano essere svolte delle indagini per risalire al gruppo hacker che ha messo in ginocchio la piattaforma.

Scuola Digitale: la piattaforma Axios

La piattaforma Scuola Digitale di Axios è un software completo di teledidattica, che permette al docente di controllare la posta elettronica, ricevere notifiche e messaggi, sincronizzare il calendario, assegnare e correggere compiti e organizzare esami. Su Scuola Digitale è disponibile la firma grafometrica, necessaria ad esempio quando un supplente deve prendere servizio, e c’è un’intera sezione dedicata anche alle segreterie scolastiche. Tutto ciò è archiviato in cloud, su server di Aruba Enterprise.

L’attacco DDoS a Scuola Digitale

Come comunica Axios quello in corso è un attacco di tipo DDoS, cioè Distributed Denial of Service. E’ un attacco di forza bruta, ma dalla scarsa intelligenza: consiste nel bombardare un sito (in questo caso un’intera piattaforma) con milioni di richieste di accesso. Tali richieste normalmente provengono da migliaia di dispositivi connessi a Internet precedentemente infettati con un virus, per renderli una sorta di zombie da usare durante l’attacco.

Si tratta delle cosiddette “Botnet” e il fine ultimo di un attacco DDoS è quello di mandare in tilt il sito che, bombardato di richieste, non riesce a rispondere. Di conseguenza, quindi, al momento la piattaforma è bloccata ma non c’è alcun attacco in corso ai dati degli studenti o del personale scolastico.

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