Cos'è il "fiume atmosferico", il fenomeno che causa frane e rischia di abbattersi in California
Si tratta di un fenomeno non troppo raro, ma che comunque suscita preoccupazione: la California è minacciata dal fiume atmosferico, accompagnato dal rischio di frane
Negli ultimi anni, purtroppo, la Terra è diventata teatro di una serie di fenomeni meteorologici di intensità variabile che stanno suscitando sempre maggiore preoccupazione nelle popolazioni e tra la comunità scientifica. Dalle tempeste tropicali alle ondate di calore estremo, questi eventi sembrano manifestarsi con una frequenza e una potenza crescenti, mettendo a dura prova la resistenza delle infrastrutture e degli ecosistemi.
In questo contesto, un termine relativamente nuovo sta emergendo nel lessico meteorologico: “fiume atmosferico“. Attenzione, non si tratta di un qualcosa di inedito o di un fenomeno mai visto prima, ma di qualcosa che in passato era meno noto al grande pubblico e, invece, adesso è al centro dell’attenzione di molti esperti per la sua capacità di influenzare drasticamente le condizioni climatiche di intere regioni, come sta accadendo adesso in California. Ma di cosa si tratta esattamente?
Che cos’è un fiume atmosferico?
Andiamo per ordine e cerchiamo innanzitutto di capire in cosa consiste davvero questo fenomeno meteorologico. Come spiega accuratamente la National Oceanic and Atmospheric Administration nella sua pagina di approfondimento, un fiume atmosferico è una fascia stretta e allungata che si muove nell’atmosfera trasportando enormi quantità di vapore acqueo dai tropici verso le latitudini più elevate.
Paragonabili a vere e proprie “autostrade” di umidità, i fiumi atmosferici sono lunghi migliaia di chilometri e larghi centinaia ma, in prospettiva, non hanno mai dimensioni esagerate, anzi: sono relativamente contenuti. La loro “pericolosità” non dipende dunque dalla loro estensione, ma dal fatto che in genere sono responsabili del trasporto di oltre il 90% del vapore acqueo da Nord a Sud, pur coprendo meno del 10% della circonferenza terrestre.
Sì, perché quando un fiume atmosferico incontra ostacoli naturali come catene montuose o fronti freddi, il vapore acqueo che trasporta si condensa, precipitando sotto forma di pioggia o neve. Questo processo può portare a precipitazioni intense e prolungate, con potenziali gravi rischi nelle aree interessate.
Cosa sta succedendo in California?
Recentemente, l’attenzione sui fiumi atmosferici si è innalzata perché in California è proprio in arrivo uno di questi eventi meteorologici. Le previsioni indicano piogge abbondanti, nevicate e, soprattutto, un aumento del rischio di frane e colate detritiche, specialmente nelle zone colpite dai devastanti incendi di gennaio. Le aree centrali e meridionali della California potrebbero registrare accumuli di pioggia tra circa 3,8 cm e 7,6 cm, con tassi di precipitazione estremamente elevati.
Nelle regioni montuose, come la Sierra Nevada, si prevedono nevicate significative, con livelli di neve in aumento che potrebbero aggravare i rischi di inondazione. Come accennavamo, le aree che sono state da poco colpite dagli incendi sono particolarmente vulnerabili: la perdita di vegetazione riduce la stabilità del suolo, aumentando la probabilità di sfaldamenti.
Fiumi atmosferici e riscaldamento globale
Può sembrare superfluo ribadirlo, ma va sottolineato: il cambiamento climatico, purtroppo, sta giocando un ruolo determinante nell’influenzare la frequenza e l’intensità dei fiumi atmosferici. Ad affermarlo è anche uno studio del 2024 pubblicato su Science Advance, che ha evidenziato come negli ultimi anni questi fenomeni si siano spostati di circa 6-10 gradi verso i poli, spostamento che altera i modelli meteorologici globali e provoca conseguenze più violente ed estreme.
Lo stesso studio dimostra anche che l’aumento delle temperature dovuto al riscaldamento globale contribuisce a intensificare i fiumi atmosferici: un’atmosfera più calda, appunto, può contenere una maggiore quantità di vapore acqueo. Ciò significa che, quando si verificano questi eventi, le precipitazioni diventano più abbondanti, cosa che ne amplifica il potenziale distruttivo.