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SCIENZA

Da gennaio a oggi il suolo si è sollevato di 11,5 centimetri ai Campi Flegrei

Arriveranno nuove scosse di terremoto nei Campi Flegrei: a farlo capire sono i dati legati al bradisismo, con il terreno che continua a sollevarsi

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Una tendenza inarrestabile, lenta e graduale ma comunque inesorabile: continua il sollevamento del suolo ai Campi Flegrei e gli esperti accendono i riflettori su tutti i rischi connessi, compresi quelli fisiologicamente legati alle scosse di terremoto. A essere particolarmente interessate sono le zone di (e attorno a) Pozzuoli, Bacoli e Quarto, che continuano a mostrare segni evidenti di deformazione del terreno.

Sono attualmente in corso delle misurazioni, da parte degli esperti e della Protezione Civile, per prevenire danni particolarmente gravi, specie considerando che in alcune zone a emergere è stato anche il fondale marino, ormai completamente fuori dall’acqua.

L’emersione a Pozzuoli e gli altri fenomeni

L’emersione del fondale marino si riscontra nello specifico a Pozzuoli, dove si sta trasformando in un vero e proprio problema funzionale. Per via di questo evidente sollevamento, infatti, ad avere difficoltà sono anche i traghetti che collegano la terraferma con le isole. Ma non è tutto qui, perché guardando al passato e riferendosi ai dati pubblicati dalla Protezione Civile, l’attuale situazione è paragonabile a quella del 1982-84.

Per chi non lo sapesse, durante quel biennio l’intera zona dei Campi Flegrei è stata interessata da sollevamenti del suolo e terremoti di magnitudo elevata. E, come abbiamo accennato all’inizio, il collegamento con le scosse è fisiologico ed è da imputarsi a uno specifico fenomeno, il bradisismo, legato al vulcanismo dell’area campana e contraddistinto da una serie di movimenti ciclici.

Bradisismo e terremoti

Anche se ancora oggi le cause del bradisismo non sono chiare e non ci sono spiegazioni che valgono al cento per cento per ogni area del mondo interessata, una teoria connetteva le deformazione del terreno a una serie di onde magnetiche che, naturalmente, influiscono sulla crosta terrestre e danno vita a scosse di terremoto anche di notevole entità.

Per ciò che concerne il bradisismo flegreo, documentato fin dal II secolo a.C, il fenomeno è sempre stato accompagnato da movimenti tellurici e si è diviso in fasi che si ripetono nel tempo. È iniziato con movimenti discendenti del terreno, poi divenuti ascendenti, poi nuovamente discendenti e poi ancora ascendenti dal 1985.

Per un piccolo periodo la tendenza sembrava essersi invertita, ma dal 2005 è in corso un’altra fase di sollevamento, accompagnata da terremoti di bassa e media energia con epicentri concentrati principalmente nella zona della Solfatara. Stando sempre ai dati della Protezione Civile, in questa fase geologica specifica i terremoti sono resi più intensi da microfratture che si generano in una roccia già fratturata e alterata dai gas acidi e caldi presenti nel sottosuolo.

I dati del sollevamento

Per avere una panoramica più completa della situazione, basta consultare i dati pubblicati dall’Ingv – Osservatorio Vesuviano, aggiornati mensilmente. Dal mese di gennaio ad adesso il suolo si sollevato di 11,5 centimetri al Rione Terra, agglomerato urbano che si trova su una piccola altura affacciata sul Golfo di Pozzuoli. Proprio per la sua posizione e collocazione geografica, questo luogo è indicativo del sollevamento di tutta l’area.

A partire dal mese di aprile, poi, il valore medio della velocità di sollevamento nell’area di massima deformazione è stato di circa 20±3 mm/mese e, guardando a un quadro ancora più ampio, il terreno si è innalzato di circa 129 cm da novembre 2005. Proprio per via del continuo innalzarsi del suolo, gli esperti dell’Osservatorio Vesuviano si aspettano altre scosse sismiche, nonostante il rallentamento subito negli ultimi mesi.

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