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Grande come la Terra, cosa sappiamo sul nuovo pianeta appena scoperto

È un pianeta molto particolare, che ha delle caratteristiche uniche nel suo genere: ecco cosa sappiamo di Gliese 367 b (chiamato anche Tahay) e perché la sua scoperta è importante

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Non smetteremo mai di ripeterlo: l’Universo nasconde ancora moltissimi misteri, segreti che attendono soltanto che l’occhio umano si posi su di loro per essere svelati. A dimostrarlo è, per esempio, il nuovo pianeta recentemente scoperto, che permette di aprire la strada a nuove e importanti teorie sulla formazione planetaria per via sia della sua “somiglianza” alla Terra sia delle sue anomalie.

Il pianeta in questione, chiamato Gliese 367 b o Tahay è un esopianeta particolare e interessante. Oltre ad avere un periodo orbitale ultra-corto (orbita attorno alla sua stella in sole 7,7 ore) è anche un pianeta ultra-denso: la sua densità, per intenderci, è quasi il doppio rispetto a quella della Terra, nonostante le loro dimensioni siano molto simili. Cosa significa questo? Scopriamolo.

Gliese 367 b, scoperta e caratteristiche

La scoperta di un esopianeta simile alla Terra non è una novità in senso stretto. Ne sono già stati scoperti moltissimi e ben 5.000 hanno un periodo orbitale ultracorto come quello di Gliese 367b. Tuttavia, secondo la dottoressa Elisa Gnoffo, autrice principale dello studio che narra passo per passo la scoperta (pubblicato sulla rivista scientifica IopScience), l’esopianeta si potrebbe paragonare alla Terra con il manto roccioso “strappato via”.

La ricercatrice, che ha svolto il suo lavoro presso l’Università degli Studi di Torino, ha fatto queste ipotesi insieme al suo team dopo aver trovato tutti i dati di Gliese 367b negli archivi di TESS (Transiting Exoplanet Survey Satellite), telescopio spaziale progettato nell’ambito del programma Explorer della NASA. Il potente strumento ha rilevato l’esopianeta nel 2021, quando ha avvertito un segnale di transito estremamente debole proveniente da una stella nana rossa.

Già allora erano state fatte delle indagini ulteriori che hanno permesso di capire che le dimensioni dell’esopianeta erano molto simili a quelle della Terra e che la sua densità, come abbiamo già detto, era molto alta: è come se fosse fatto tutto di ferro. Ma come è possibile che il pianeta sia diventato così?

Tre ipotesi sull’esopianeta di ferro

Secondo la Gnoffo e il suo team, è davvero improbabile che l’esopianeta sia così sin dalla sua formazione. Gli scienziati hanno così formulato tre ipotesi che potrebbero averlo portato a essere ciò che è. La prima è quella secondo la quale Gliese 367b sia in realtà il nucleo di un pianeta che è stato spogliato del suo manto roccioso.  Secondo la ricercatrice «il pianeta potrebbe essere nato proprio come la Terra, con un nucleo denso fatto principalmente di ferro, circondato da un mantello ricco di silicati».

«Deve essere però successo qualcosa di straordinario – continua la dottoressa – forse un evento catastrofico, che ha lasciato nudo il nucleo denso del pianeta. Forse delle collisioni con altri protopianeti ancora in formazione». La seconda ipotesi, sostiene l’intero team, è che Gliese 367b sia nato in una regione insolitamente ricca di ferro di un disco protoplanetario. Tuttavia, gli attuali dati rendono questa idea abbastanza inverosimile.

Infine, la terza possibilità è che l’esopianeta, un tempo, sia stato un gigante gassoso come Nettuno. Se così fosse, l’esopianeta si sarebbe formato più lontano dalla stella attorno a cui orbita e poi vi sarebbe migrato. Proprio l’avvicinamento alla sua stella avrebbe fatto “bollire” l’atmosfera e avrebbe distrutto il mantello roccioso.

Nuovi studi e possibilità

Tutte le ipotesi degli scienziati sono interessanti e intriganti e lo diventano ancora di più se si pensa che Gliese 367b appartiene a una classe molto piccola di esopianeti chiamata super-Mercurio perché la loro composizione è la stessa di Mercurio, ma sono più grandi e densi. Studiare questi esopianeti potrebbe spiegare proprio l’evoluzione di Mercurio, la sua crescita e la sua formazione.

Nuovi studi saranno avviati nei prossimi mesi per saperne ancora di più. Secondo gli studiosi, la storia di Gliese 367b (come quella di molti altri pianeti ed esopianeti) è come è come un puzzle e spetta agli astronomi risolverlo. Non resta allora che attendere ulteriori novità.