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SCIENZA

Un altro cattivo presagio dalla Terra: non è un buon segno

Uno studio ha recentemente dimostrato che più di mille specie di palme sono a rischio di estinzione. E purtroppo questo è un pessimo segnale per il nostro pianeta, sempre più a rischio

Palme a rischio estinzione: cosa succederà alla Terra Fonte foto: 123rf

Non ci sono belle notizie, purtroppo. E, dobbiamo ammetterlo, questo sembra essere il trend quando si parla del pianeta Terra e del suo ecosistema, sempre più vessato e drammaticamente messo alla prova dall’uomo. L’ultimo cattivo presagio, in ordine di tempo, riguarda le palme: sì, perché questa famiglia di piante, da sempre metafora di una natura esotica e paradisiaca, sembra stare lentamente scomparendo.

Nello specifico, alcuni ricercatori hanno rilevato che oltre mille specie di palme sembrano essere ormai in via d’estinzione, con centinaia di esemplari messi a dura prova dall’azione umana sul pianeta, dal cambiamento climatico e dal riscaldamento globale.

Lo studio sulle palme e l’obiettivo finale

A svolgere lo studio, pubblicato poi sulla rivista scientifica Nature Ecology and Evolution, è stato un team di ricercatori guidato dalla dottoressa Sidonie Bellot del Royal Botanic Gardens a Londra. L’idea della Bellot era quella di accelerare la valutazione del rischio di estinzione di alcune specie di piante per giungere a un’analisi più consapevole delle condizioni della Terra. La squadra della ricercatrice ha voluto concentrarsi sulla famiglia delle palme, analizzandone in tutto 1381.

Per ottenere una panoramica completa delle condizioni di queste piante e della concretezza del rischio che stanno correndo, gli scienziati hanno usato l’intelligenza artificiale e hanno fissato un obiettivo, ovvero rintracciare, nel caso di pericoli concreti, dei validi sostituti di queste piante ad alto fusto che potessero consentire al nostro pianeta di “tamponare” l’eventuale scomparsa definitiva delle palme.

La panoramica e il cattivo presagio

Quanto ottenuto dallo studio, purtroppo, non è rassicurante. La ricerca è stata integrata con delle valutazioni negative dettagliate su ben 508 specie di palme (equivalenti al 75% di tutte le specie presenti della terra) e ha stimato che oltre il 56% del totale delle specie prese in esame sono sensibilmente a rischio estinzione. Tra queste, compaiono 185 specie di palme con usi documentati, non ornamentali, in grado di fornire materiali da costruzione per case e strumenti, nonché cibo e medicine per centinaia di comunità nei tropici.

Stando a quanto rilevato dal team della dottoressa Bellot, la colpa della probabile estinzione di questa palme è da attribuirsi all’uomo che, fra le altre cose, sta procedendo a disboscare grandi aree verdi contribuendo attivamente a danneggiare le specie. I ricercatori hanno poi identificato delle regioni prioritarie dove l’intervento di conservazione delle palme dovrebbe essere ritenuto prioritario e andrebbe attivato immediatamente, prima che sia troppo tardi: tra queste, compaiono Nuova Guinea, Vanuatu e Vietnam.

Il rischio concreto per la biodiversità

Come accennato, gli scienziati hanno anche cercato di rintracciare e identificare possibili specie non minacciate che potrebbero potenzialmente fungere da sostitute delle palme in via d’estinzione. Purtroppo, in molti casi queste potenziali sostitute non esistono o, pur esistendo, non possono essere impiantate nelle regioni dove le palme rischiano l’estinzione.

Visti i risultati della ricerca, dunque, l’obiettivo degli scienziati è cambiato: adesso, stando alla Bellot, è «necessario attivarsi e fare tutto il possibile per proteggere la biodiversità che comprende più di mille specie di palme, che ora sappiamo essere concretamente minacciate. Sono da ritenersi prioritarie – ha concluso la dottoressa – le attività di conservazione e di presa di coscienza da parte delle persone che vivono nelle zone più a rischio».

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