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Che cos'è il nuovo Imagen Editor di Google

Google Imagen Editor è lo strumento basato sull’AI per modificare foto esistenti tramite testo, un sistema dalle grandi potenzialità ma anche molto rischioso

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ntelligenza artificiale Fonte foto: Shutterstock

Nella corsa verso un utilizzo massiccio dell’intelligenza artificiale, anche Google è al lavoro per dare ai suoi utenti tecnologie sempre più potenti. Tra queste, spicca sicuramente Imagen Editor, uno strumento con cui si possono modificare delle immagini esistenti tramite comandi testuali. Una scelta interessante quella di Big G, che sceglie di distinguersi dalla concorrenza e dall’idea di realizzare da zero un’immagine partendo sempre dal testo.

Come funziona Google Imagen Editor

Questo strumento di editing, in sintesi, consente di scegliere una foto e, tramite la barra di testo, procedere con la modifica di una o più aree utilizzando un linguaggio conversazionale. Si potrà decidere in piena autonomia di ritoccare le singole parti, aggiungere o rimuovere dettagli o caratteristiche o, addirittura, cambiare lo stile dell’immagine lasciando inalterato tutto il resto.

L’obiettivo finale di Google Imagen Editor è quello di aiutare le persone a modificare rapidamente una foto senza che debbano fare affidamento su strumenti professionali che potrebbero essere dispendiosi sia in termini di tempo che di denaro.

Per mostrare le potenzialità di questo strumento, Google ha condiviso sul sito web ufficiale alcuni esempi davvero impressionanti che spiegano nel dettaglio tutto ciò che gli utenti potranno fare se e quando l’editor sarà reso disponibile. Al momento, però, non è ancora possibile provare questo strumento con le proprie foto né tantomeno iscriversi a una beta ma, partendo dai materiali forniti da Big G, si può (limitatamente) dare sfogo alla propria fantasia e creare nuove immagini.

L’arrivo di Google Imagen Editor sottolinea il grande interesse dell’azienda per l’intelligenza artificiale applicata al mondo della fotografia, così come testimonia anche la funzione Magic Editor che, tramite Google Foto, permette all’utente di modificare a livello professionale gli scatti realizzati con i Google Pixel.

Google Imagen Editor: perché non è disponibile

Secondo quanto condiviso sul sito ufficiale di Imagen Editor, l’azienda sta valutando i potenziali rischi derivanti da un uso improprio di questo strumento e dalle eventuali possibilità di condividere il codice open source del progetto.

Per adesso, quindi, non è possibile utilizzare l’editor per le proprie immagini così come non è possibile scoprire le caratteristiche di tutti i complessi algoritmi che ne regolano il funzionamento. La paura di Google, oltre a quella di vedersi soffiare l’idea da sotto il naso, è che le persone possano usare questo programma per realizzare contenuti inappropriati, tra cui immagini pornografiche, insulti razzisti e stereotipi sociali.

Naturalmente l’azienda ha previsto una serie di misure di sicurezza e di limitazioni nell’uso del l’editor che, comunque, bloccherebbero quelle immagini ritenute inappropriate. Ma è anche vero che rilasciando il codice liberamente, gli utenti potrebbero riuscire ad aggirare tali blocchi utilizzandolo anche per scopi illegali.

Tuttavia i problemi potrebbero essere ben altri e Imagen Editor potrebbe non essere ancora pronto alla release finale. Da quanto confermato da Google stesso, infatti, l’algoritmo ha ancora difficoltà nella rappresentazione delle persone e, in alcuni casi specifici, potrebbe essere esso stesso vittima di pregiudizi e stereotipi di genere e razziali.

Il perché è semplice: per essere addestrato da Google, questo sistema ha avuto bisogno di utilizzare enormi quantità di dati che l’hanno portato ad essere in grado di capire ciò che l’utente scrive. Tra questi dati ci sono talvolta anche informazioni non vere e pregiudizievoli che sono state comunque inglobate dal sistema.

Per questo motivo, prima di rilasciare al mondo Google Imagen Editor, Big G dovrà prima risolvere questi problemi e magari addestrare l’AI a capire cosa è appropriato da cosa non lo è.

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