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Avi Loeb, professore di Harvard, ha trovato prove dell’esistenza di vita extraterrestre?

Il professor Avi Loeb, astrofisico di Harvard, è certo d'aver finalmente individuato un oggetto di fattura extraterrestre: ecco il disco che potrebbe cambiare tutto

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La ricerca degli UFO è un tema che costantemente ritorna al centro della discussione scientifica. Messaggi da parte del genere umano sono stati inviati, anche se in molti ritengono che la vita extraterrestre abbia già da tempo messo piede sul nostro pianeta.

Una voce illustre tende però a sollevarsi sulle altre, di tanto in tanto. Capita infatti che le sue dichiarazioni, quelle dell’astrofisico di Harvard Avi Loeb, superino i confini nazionali e scatenino discussioni e titoli. Non placa la sua attività, nonostante venga osteggiato. Vanta il sogno di riuscire a registrare l’intero cielo con una rete internazionale di telescopi, senza perdere interesse alcuno per la costante ricerca di elementi che possano comprovare la vita extraterrestre. Di recente è volato in Papua Nuova Guinea, al fine di scoprire se una meteora rilevata nel 2014 fosse in realtà parte di un’astronave.

Una creazione aliena

Il Guardian ha dedicato alla figura di Avi Loeb un approfondimento, delineando i confini del personaggio e dello scienziato. Non è raro che al suo seguito ci sia una troupe televisiva. Sta infatti lavorando a un documentario sulla sua vita, con Netflix che ha ripreso il suo viaggio in Papua Nuova Guinea.

È stato quasi del tutto sconosciuto fino al 2017, almeno al di fuori del proprio ambito accademico. Quell’anno un oggetto dalla forma particolare ha attraversato il nostro sistema solare. Gli astronomi lo hanno definito di “dimensioni estreme”, il che ha portato alcuni a concludere che fosse di origine extraterrestre.

Ufficialmente è noto come 1/2017 U1, ma ha il soprannome di Oumuamua, che vuol dire esploratore o primo messaggero lontano in hawaiano. Nello specifico parliamo di un lungo piatto sottile. Per alcuni una gigantesca frittella spaziale. Ulteriori analisi hanno però portato a individuare alcune anomalie, stabilendo un’accelerazione dell’oggetto al momento del suo passaggio dinanzi al Sole.

Un fenomeno normale per le comete, che si fondono con il calore e, rilasciando gas, ottengono una sorta di razzo di spinta naturale. Sarebbe questa la coda che ben conosciamo. Questo asteroide, se così lo si vuol chiamare, non ne aveva una. Loeb conclude: “Niente coda, niente asteroide”. Ha così ipotizzato che potesse trattarsi di una vela solare di un’astronave interstellare, che sfrutta la luce della stella per accelerare nello spazio. Alieni, in poche parole.

Analisi e critiche

Il 2017 è stato un anno molto importante sotto quest’aspetto, dal momento che il Pentagono ha ammesso di indagare sugli UFO. Un settore con un budget di 22 milioni di dollari impegnato nella ricerca spaziale e terrestre, indagando su ogni sorta di avvistamento inspiegabile.

In Papua Nuova Guinea, Loeb ha ottenuto le sferule, ovvero perle vitree di metallo e roccia, minuscole. Sono detriti del meteorite del 2014. I telescopi del Comando spaziale statunitense hanno tracciato il meteorite. È stato affermato come le origini del bolide fossero interstellari, con una percentuale di certezze del 99,999%.

Stando alle parole dello scienziato, il meteorite viaggiava a enorme velocità e non è bruciato sopra la Terra. Ciò consente di dedurre una conformazione in materiale molto robusto, perfino artificiale: “Era più veloce del 95% delle stelle vicine al Sole, rispetto al cosiddetto standard locale. È stato in grado di mantenere la propria integrità in presenza di elevate sollecitazioni. Così ci siamo detti che doveva essere più resistente persino dei meteoriti di ferro”.

Loeb però si pone anche un’altra domanda: vogliamo davvero trovare gli alieni? “Ciò che mi preoccupa non è tanto che la curiosità possa essere pericolosa, ma che la prepotenza infantile è più diffusa della curiosità infantile nel mondo accademico. Le persone cercano di calpestare ogni fiore che si alza al di sopra del nostro livello d’erba. Una negatività che sopprime l’innovazione”.

Il riferimento è ai suoi tanti detrattori, che lo accusano di non avere prove reali e di non proporre “vera scienza”. Lui intanto promette di studiare in laboratorio i resti ottenuti. Intanto la ricerca prosegue, con sferule individuate sulla Terra in numerose aree e soprattutto epoche. Serviranno però ulteriori ricerche per stabilire se faccia tutto parte del meteorite che Loeb considera UFO.