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SCIENZA

Emersi i resti di un antichissimo mostro marino: la scoperta

Un antichissimo mostro marino giaceva in un luogo remoto del mondo: la sua presenza ci racconta una storia complessa, fatta di evoluzione, involuzione e di processi di distruzione di interi ecosistemi

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Giacevano indisturbati tra le fredde acque di una remota isola artica: i resti dell’antichissimo mostro marino rinvenuti da un gruppo di archeologi e paleontologi delle Università di Oslo e Uppsala, si trovavano in un luogo dove non era previsto che potessero vivere anfibi di tale genere e dimensione.

È proprio questo che sta appassionando gli studiosi di biologia ed evoluzione, che dopo il ritrovamento dei fossili in questione hanno il compito di dover riscrivere una parte di storia tenendo conto del comportamento di un’intera specie. La quale, a quanto pare, potrebbe non essersi estinta per i motivi che finora erano stati dati per certi.

I resti dell’antichissimo mostro marino nell’Artico

Per capirci di più occorre, naturalmente, fare un passo indietro. Durante una spedizione nel 2014, una squadra di ricercatori ha condotto una campagna di studi e scavi nella Flowerdalen, una valle in Norvegia caratterizzata da un’altitudine di 300 metri. In questa zona erano stati già rinvenuti resti di antichi rettili, ben conservati grazie al clima gelido. Tra questi resti, un paio di fossili sono stati identificati come “anomali”.

I ricercatori, infatti, hanno subito notato che sembrava trattarsi di anfibi “simili a coccodrilli” e che alcune ossa nello specifico somigliavano alle vertebre della coda articolata di un ittiosauro. Niente di strano, se non fosse che le ossa in questione si trovavano in un luogo dove, sulla carta, gli ittiosauri non sarebbero mai dovuti comparire: il periodo non era quello giusto e il contesto evolutivo era tutto fuorché attinente alla specie. O almeno, così si credeva.

Ci sono voluti diversi anni, ma adesso gli scienziati hanno la certezza che quello ritrovato è un antenato anfibio dell’ittiosauro: probabilmente è uno dei padri della specie. E questo rimette in discussione tutto quanto.

Cosa implica la scoperta dell’ittiosauro nell’Artico

Perché si parla di rimettere in discussione ogni cosa riguardo alla specie? Semplice: fino ad adesso era dato per certo che gli ittiosauri fossero in origine delle creature che vivevano sulla terraferma. Tutti gli esperti concordavano sul fatto che questi enormi anfibi si fossero spostati in mare dopo l’estinzione di massa della fine del Permiano, come risposta definitiva allo stravolgimento degli ecosistemi.

Invece, ecco il punto: i resti dell’antico gigante marino, oltre a presentare delle vertebre identiche a quelle di ittiosauri geologicamente molto più giovani e dal corpo più grande, confermano il suo stile di vita completamente oceanico e hanno mantenuto persino la microstruttura ossea interna che mostra tutti i segni di adattamento e di crescita di quelle che dovrebbero essere le specie ormai prettamente marine.

Eppure, i test geochimici condotti sia sulle ossa che sul terreno roccioso dove i resti sono stati ritrovati, confermano che l’età dei fossili è da attestarsi ai primi periodi del Triassico, cosa che contraddice anni e anni di storia. Cos’è successo davvero, allora?

L’ittiosauro e la sua evoluzione

Purtroppo, non è ancora possibile saperlo. Per studiare i resti dell’ittiosauro ci sono voluti ben nove anni e ci vorrà molto più tempo per avere un quadro completo. Da manuale, gli ittiosauri si spostarono in acqua attraversando prima una fase di adattamento che li avrebbe portati a colonizzare le zone costiere. Considerando che adesso questa tesi è in discussione, sarà necessario analizzare con strumenti all’avanguardia i resti di rettili simili conservati in ogni parte del mondo.

La storia che i fossili ci restituiscono, infatti, è molto più complicata di quanto potesse sembrare: la diversificazione degli ittiosauri potrebbe avere a che fare con eventi ancora sconosciuti relativi all’era dei dinosauri e con processi di distruzione di interi ecosistemi che probabilmente, finora, sono stati sottovalutati.

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