Hanno identificato una nuova specie: una creatura simile al coccodrillo
I ricercatori hanno identificato una nuova specie di rettile: si tratta di una temibile creatura, simile a un coccodrillo, che in passato cacciava in maniera estremamente furba e feroce
Nel corso della sua storia, la Terra ha visto succedersi miliardi di esseri viventi, che si sono evoluti, sono cambiati e si sono adattati. Il fatto di conoscerne la maggior parte, però, non dovrebbe autorizzarci a pensare di conoscerli tutti: ci sono, infatti, molte cose ancora da scoprire, come la nuova specie identificata in Inghilterra, sulla Jurassic Coast del Dorset.
Proprio così: un nuovo animale (o meglio, i suoi resti) si è presentato agli occhi degli scienziati, che sono rimasti stupefatti dato che non avevano mai visto niente di simile. Gli autori del suo ritrovamento sono stati dei cacciatori di fossili amatoriali e no, neanche loro immaginavano di avere davanti qualcosa di così particolare.
Il ritrovamento della nuova specie animale
Per chi non lo sapesse, la Jurassic Coast del Dorset è un sito d’interesse storico e archeologico, divenuto Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Si estende per una lunghezza totale di 153 chilometri ed è un luogo d’elezione per chi si occupa di archeologia, considerata l’incredibile varietà di fossili che sono stati rinvenuti sulle sue colline, risalenti al triassico, al giurassico ed al cretacico.
Ogni anno, la Jurassic Coast è oggetto di scavi e di missioni: è qui, per esempio, che è stato scoperto il primo ittiosauro completo. Alla luce di tutto questo, sono tantissimi anche i semplici appassionati e dilettanti che si cimentano nella ricerca di fossili e, in alcuni casi, hanno davvero fortuna, come è accaduto a Paul Turner e Lizzie Hingley, due cercatori che stavano facendo degli scavi sul punto più elevato dell’area, il Golden Cap. Sono stati proprio loro due a scoprire un fossile lungo circa due metri che è subito apparso davvero insolito.
Lo strano animale e gli studi sul fossile
Il fossile, ben mantenuto, sembrava a prima vista appartenere a un coccodrillo, ma c’erano delle differenze sostanziali: il muso, relativamente lungo e snello, faceva capo a un cranio costruito in maniera molto robusta, con parti nette e talmente solide da resistere all’avanzare del tempo. La parte frontale del cranio, per altro, appariva più larga e massiccia, probabilmente per ospitare i muscoli di una mascella particolarmente grande.
Ancora, sia la colonna vertebrale che le ossa della coda, nonostante la palese solidità, apparivano un po’ più allungati, come se fossero in passato caratterizzati da un’incredibile flessibilità. Il fossile, ribattezzato Turnersuchus hingleyae in onore dei cercatori Paul Turner e Lizzie Hingley, è apparso dunque così particolare da meritarsi un posto d’onore fra gli osservati speciali dell’associazione Charmouth Heritage Coast Centre, che ha subito avviato degli studi approfonditi chiamando a raccolta alcuni degli archeologi più esperti d’Inghilterra.
Un coccodrillo molto speciale
Fra gli esperti chiamati a indagare sul fossile c’erano Eric Wilberg, Pedro Godoy, Elizabeth Griffiths, Alan Turner e Roger Benson, che dopo una lunga sequela di indagini e analisi e in seguito a una speciale comparazione storico-archeologica con i dati raccolti sulle specie di coccodrilli marini primitivi, hanno pubblicato uno studio sul Journal of Vertebrate Paleontology, spiegando che l’antichissimo fossile appartiene a un nuovo e particolarissimo tipo di Thalattosuchia, un crocodilomorfo.
I crocodilomorfi altro non erano che antenati di una specie “sorella” degli attuali coccodrilli, finora considerati non troppo impattanti sulla storia evolutiva dei rettili. La scoperta del fossile, invece, cambia le cose: il Turnersuchus hingleyae, infatti, sembra la prima testimonianza di un rettile ibrido, in grado di muoversi sia in acqua, dove poteva afferrare pesci, polpi o calamari in rapido movimento, che sulla costa.
Paul Davis, curatore di geologia al Lyme Regis Museum, che ora ospita il fossile, ha affermato che questa scoperta è «molto eccitante, perché si tratta di un nuovo genere di coccodrillo marino. Una scoperta del genere è rarissima e preziosa, perché permette di osservare da un punto di vista diverso e più completo l’evoluzione di questi animali sulla Terra».