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SCIENZA

Scoperto un cratere di 9 km nell'Atlantico: potrebbe aver causato l'estinzione dei dinosauri

Un enorme cratere nell'oceano Atlantico testimonierebbe una pioggia di asteroidi che ha condotto all'estinzione dei dinosauri: la Storia è da rivedere?

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Una nuova scoperta potrebbe riscrivere la storia dell’estinzione dei dinosauri: si tratta di un enorme cratere nell’oceano, del diametro di 9 chilometri, rinvenuto sul fondo dell’Atlantico.

La cavità, infatti, potrebbe essere stata causata da un asteroide che 66 milioni di anni fa spazzò via i dinosauri dalla faccia della Terra.

Cosa ci dice la scoperta di un enorme cratere nell’oceano

La scoperta di un cratere di grandi dimensioni sui fondali dell’Atlantico arriva da una ricerca condotta dagli studiosi della Heriot-Watt University di Edimburgo, ed è stata recentemente pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment. Il team ha svelato immagini 3D di una precisione senza precedenti, permettendo di comprendere meglio il devastante impatto di un asteroide avvenuto nell’epoca del Cretaceo-Paleogene.

Il cratere, denominato “Nadir”, è stato individuato nel 2022 al largo delle coste della Guinea, in una zona inesplorata dell’Oceano Atlantico. Situato a circa 300 metri di profondità, ha dimensioni impressionanti, con un diametro di ben 9 chilometri.

Si stima che l’asteroide in grado di generarlo fosse largo tra i 450 e i 500 metri, molto più grande di quanto inizialmente ipotizzato. Questo nuovo studio ha permesso di analizzare l’influenza dell’evento su scala globale, ricostruendo le dinamiche e le conseguenze immediate dello schianto grazie a un’analisi dettagliata dei dati sismici.

Il rinvenimento di un secondo cratere pone nuove domande sulla possibile simultaneità di più impatti, i quali avrebbero contribuito all’estinzione di massa delle forme di vita esistenti.

Il cratere Chicxulub, situato nella penisola dello Yucatán in Messico, è finora associato all’asteroide considerato il principale responsabile della morte dei dinosauri, ma il cratere Nadir apre alla possibilità che la Terra sia stata colpita da più corpi solidi nello stesso periodo.

I dati sismici analizzati hanno permesso agli scienziati di ricostruire con elevata precisione l’istante dell’impatto, si potrebbe dire minuto per minuto. L’ipotesi è che l’asteroide sia arrivato con una velocità di circa 72.000 chilometri orari, schiantandosi sulla Terra con un angolo di 20-40 gradi, generando una gigantesca esplosione.

L’impatto avrebbe scatenato conseguenze devastanti anche a livello planetario e non solo per la zona circostante. Tra gli effetti più impressionanti, gli scienziati parlano di un terremoto di intensità tale da liquefare i sedimenti marini, trasformando la morfologia dell’altopiano sottomarino.

Tuttavia, uno degli esiti più drammatici causati dall’impatto sarebbe stato la generazione di onde di tsunami gigantesche, alte più di 800 metri, che si sarebbero propagate nell’oceano Atlantico. Queste onde sarebbero state talmente potenti da viaggiare a grande distanza, colpendo con violenza le coste circostanti e ritornando, successivamente, verso il punto di origine.

I crateri marini nel mondo

Il geologo Uisdean Nicholson, uno dei principali autori dello studio, ha sottolineato come le immagini 3D del cratere Nadir siano straordinarie per il livello di dettaglio ottenuto. Attualmente, esistono circa 20 crateri marini confermati in tutto il mondo, ma nessuno di essi è stato analizzato con una precisione simile.

La tecnologia tridimensionale permette di ricostruire in modo molto più accurato la dinamica dell’impatto di un asteroide, così come le sue conseguenze a livello geologico e ambientale. In questo modo sembra essere più chiaro come certi eventi abbiano contribuito all’evoluzione della Terra e alla fine di interi ecosistemi.

L’ipotesi di una pioggia di asteroidi, anziché di un singolo impatto, apre a scenari ancora più complessi sul perché i dinosauri siano scomparsi. Non si esclude, infatti, che impatti multipli possano aver avuto un effetto cumulativo, aggravando le condizioni climatiche e ambientali già difficili a seguito di un primo scontro.

La nuova scoperta del cratere nell’oceano, insomma, contribuisce ad arricchire la nostra comprensione di uno dei più grandi misteri della storia naturale: la scomparsa improvvisa di specie che avevano dominato la Terra per oltre 160 milioni di anni.

Sebbene molte domande rimangano ancora senza risposta, il cratere Nadir rappresenta un tassello fondamentale per risolvere il puzzle e chiarire meglio le dinamiche di quella che è stata una delle più grandi catastrofi mai avvenute sul nostro pianeta.

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