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Cosa sappiamo dell'antico asteroide arrivato sulla Terra

Com'è nata la vita sulla Terra? La NASA prova a rispondere alla domanda attraverso i resti di un antichissimo asteroide, ora giunto sul nostro pianeta

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Antico asteroide Fonte foto: NASA/Keegan Barber

La NASA ha rivelato la conclusione di una delicata missione di OSIRIS-Rex, che ha finalmente portato sulla Terra, attraverso una capsula, frammenti di roccia e polveri ottenuti dall’asteroide Bennu. L’atterraggio degli elementi, che ora verranno analizzati da gruppi di ricercatori, è avvenuto all’interno di un’area sicura del Dipartimento della Difesa USA, in Utah.

L’incredibile viaggio di questi campioni è poi proseguito in elicottero, raggiungendo una “clean room” (area artificiale creata per essere del tutto incontaminata, ndr) temporanea. L’obiettivo, in questa fase, è assicurarsi che il campione non venga corrotto. Viene così rigettato all’interno del contenitore un flusso costante di azoto. Ma a cosa serviranno questi frammenti dell’asteroide Bennu?

Scienziati di tutto il mondo potranno proseguire le proprie ricerche per comprendere meglio la formazione e le origini di organismi e acqua che portarono alla vita sulla Terra. A ciò si aggiunge la volontà di “giocare d’anticipo”. Tra le varie ricerche, infatti, c’è spazio anche per chi tenta di studiare la potenziale minaccia rappresentata dagli asteroidi per la vita sul nostro pianeta.

La nascita della vita

Come detto, si è trattato di un lungo viaggio. La sonda OSIRIS-Rex ha infatti impiegato ben sette anni per raggiungerci attraverso il Sistema solare. Lo ha fatto portando in dono il campione di materiale di un asteroide, il più grande che abbia mai raggiunto sulla Terra.

Progetto lanciato nel 2016, quando ha avuto inizio il viaggio d’andata verso Bennu, durato due anni. La scelta è ricaduta su questo asteroide in particolare perché è rimasto quasi del tutto intatto, galleggiando nello spazio profondo, fin dalla nascita del nostro Sistema solare. È a dir poco antico e soprattutto ricco di materiali a base di carbonio. Ecco l’elemento cardine. Tali materiali, ritengono gli scienziati, potrebbero aver portato materiali organici e minerali ricchi d’acqua sulla Terra. Ottenere risposte in tal senso equivarrebbe a scoprire nuovi dettagli sulla nascita della vita.

Un nuovo viaggio

Il viaggio dei frammenti di asteroide non è però terminato in Utah. I 250 grammi raccolti sono infatti stati trasportati via aereo presso il Johnson Space Center di Houston. È qui che si è svolta la prima dettagliata analisi. Catalogato tutto il contenuto, è stato creato un inventario dettagliato, che consentirà ovviamente di gestire al meglio il prezioso carico, prima di distribuirlo agli scienziati già selezionati in giro per il mondo.

Grande entusiasmo alla NASA, considerando la complessità dell’operazione portata a termine. Si tratta di un trionfo collaborativo, che testimonia una nuova fase della ricerca scientifica, alla caccia di risposte che da sempre aleggiano nella mente dell’uomo, in quanto specie. “Può sembrare la fine di un capitolo incredibile, ma in realtà è soltanto l’inizio di un altro. Ora abbiamo la chance, senza precedenti, di analizzare questi resti e scavare più a fondo nei segreti del nostro Sistema solare”.

A dir poco affascinante il viaggio intrapreso dalla sonda, che ha viaggiato per miliardi di km, verso Bennu e di ritorno sulla Terra, o almeno nella sua atmosfera. Il rilascio della capsula è infatti avvenuto in sicurezza a 102 km dalla superficie del nostro pianeta. Questo è stato soltanto il primo viaggio, sia chiaro. OSIRIS-Rex ha riacceso i motori per una nuova missione, che punta a raggiungere Apophis. Si tratta di un asteroide divenuto celebre dopo la scoperta nel 2004, dal momento che avrebbe potuto colpire la Terra (chance in seguito azzerata dai dati, ndr). Trattandosi del tipo più comune di quelli che potrebbero minacciarci, è necessario studiarlo approfonditamente. Ecco, in sintesi, il lavoro della NASA, dalle risposte a domande antiche fino al nostro futuro più remoto.