Analizzato il fossile di un uccello preistorico, un grande e terrificante predatore
Dall'analisi di un fossile, un'affascinante scoperta: si tratterebbe del più grande "uccello del terrore" mai trovato finora.
Da un singolo ritrovamento, una affascinante scoperta. Tra 53 milioni e circa 2 milioni di anni fa, la Terra era popolata dai forusracidi, chiamati anche “uccelli del terrore” (o “terror birds”): grandi predatori carnivori incapaci di volare ma che con i loro enormi becchi e artigli riuscivano a cacciare e uccidere ferocemente. Parliamo di una specie già nota ma, grazie a un fossile, oggi sappiamo che ne è esistito (almeno) un esemplare grande circa il trenta per cento in più rispetto a quelli ritrovati in precedenza.
L’analisi del fossile
Come riporta lo studio dal titolo A gigantic new terror bird (Cariamiformes, Phorusrhacidae) from Middle Miocene tropical environments of La Venta in northern South America, pubblicato a novembre su Papers in Paleontology, è stato analizzato un frammento di tibia appartenuto a un esemplare di forusracide. Scoperto per la prima volta circa 20 anni fa da un curatore del Museo La Tormenta, Cesar Augusto Perdomo, è stato analizzato utilizzando la scansione 3D, evidenziando le profonde fossette tipiche delle zampe dei forusracidi.
Dall’analisi di questo frammento il team guidato dal biologo evoluzionista Federico Degrange, del Centro argentino per la ricerca in scienze della Terra, è giunto a una conclusione: potrebbe trattarsi del più grande esemplare finora conosciuto, con un’altezza che si stima possa variare da 1 a 3 metri.
L’esemplare è vissuto circa 12 milioni di anni fa nell’attuale deserto colombiano di Tatacoa e avrebbe trovato la morte nelle fauci di una bestia ancor più terrificante. Degrange e il suo team hanno notato sulla tibia dei segni di denti, con molta probabilità appartenuti a un Purussaurus, antichissimo rettile antenato degli attuali coccodrilli che poteva raggiungere i 9 metri di lunghezza: “Sospettiamo che l’uccello del terrore sia morto a causa delle ferite, date le dimensioni dei coccodrilli di 12 milioni di anni fa”, ha affermato la paleontologa della Johns Hopkins University, Siobhán Cooke.
Il frammento osseo suggerisce che l’animale fosse fino al 30 percento più grande degli esemplari di forusracidi finora conosciuti e il team di ricerca guidato da Degrange ha ancora un dubbio sulla sua reale appartenenza. Da una parte c’è il sospetto che si possa trattare di una nuova specie, dall’altra che si tratti di un esemplare di Titanis walleri.
Cosa sappiamo degli “uccelli del terrore”
I cosiddetti “uccelli del terrore” sono ben noti ad appassionati ed esperti. I forusracidi (Phorusrhacidae) erano uccelli dall’aspetto goffo, ma di incredibile potenza. Non sapevano volare, eppure con i loro enormi becchi e gli artigli grandi e affilati si sono guadagnati di diritto un posto tra i più temibili predatori mai vissuti.
I resti di questo esemplare, in particolare, sono i più settentrionali mai trovati finora in Sud America: “Il fatto che la stragrande maggioranza dei forusracidi sia stata rinvenuta nel Sud America meridionale e che siano comparsi più di recente nei sedimenti del Pliocene del Nord America meridionale, suggerisce che gli uccelli del terrore abbiano un’origine sudamericana“, si legge nello studio.
Estinti circa 2 milioni di anni fa dopo aver subito a lungo il contraccolpo del cambiamento climatico con la scomparsa del loro habitat, dei forusracidi oggi restano solo dei “parenti” che nulla hanno a che vedere con la loro forza e voracità. Uccelli esili e dalle lunghe zampe, apprezzati per il loro aspetto particolare, come la Cariama cristata (seriema cristato).