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Huawei vende Honor per 15 miliardi di dollari: ecco a chi e perché

Il gigante cinese è alle strette: vendere il brand low cost Honor è l'unico modo per salvarlo e per recuperare denaro fresco

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honor Fonte foto: testing / Shutterstock

Le indiscrezioni in merito alla possibile vendita del brand low cost Honor da parte di Huawei iniziano a diventare realtà: secondo quanto riportato da Reuters, infatti, il colosso cinese non solo sarebbe intenzionato a vendere Honor, ma ci sarebbero già gli acquirenti e persino il prezzo. Ed è molto alto: 15,2 miliardi di dollari.

A comprare Honor, secondo Reuters, sarà un consorzio formato Digital China (che è già uno dei distributori dei device Huawei e Honor) e il Governo della città di Shenzhen, dove l’azienda ha la sua sede. La vendita di Honor sarebbe una conseguenza diretta delle restrizioni imposte dal famoso “ban” del presidente uscente degli Stati Uniti Donald Trump e dalle forti pressioni degli americani sui partner commerciali di mezzo mondo affinché contrastino lo strapotere di Huawei in mercati strategici, come quello delle strumentazioni per le reti 5G. Pressioni che hanno portato anche molte aziende europee a cancellare i contratti in essere con Huawei. La notizia che Huawei sta per vendere Honor, quindi, è indirettamente una conferma del fatto che i cinesi non credono che la situazione cambierà molto con il nuovo presidente USA, l’appena eletto Joe Biden.

Chi sta comprando Honor

La vendita di Honor è una dismissione completa del brand da parte di Huawei: il marchio, i centri ricerca, i centri logistici e quelli di gestione della catena dei fornitori vengono infatti ceduti al consorzio acquirente. Al termine dell’operazione, quindi, Honor sarà un marchio del tutto indipendente da Huawei.

A comprare Honor sarà principalmente il Governo di Shenzhen, che acquisirà l’85% delle quote tramite diverse società controllate lasciando il restante 15% a Digital China. Ad aprile di quest’anno Huawei aveva già creato Honor Terminal Ltd, società controllata ma fiscalmente indipendente, e questa è da leggersi oggi come una mossa propedeutica alla vendita del brand di smartphone, tablet, computer e accessori.

Dopo la vendita, Honor prevede di mantenere la maggior parte del suo team di gestione e oltre 7.000 dipendenti e di raggiungere la quotazione in borsa entro tre anni.

Perché Huawei vende Honor

Huawei sta per vendere Honor, dopo appena 7 anni da quando l’ha fondata, innanzitutto per fare cassa: 15 miliardi di dollari non bastano a risolvere i problemi di Huawei, ma aiutano di certo in questo momento storico durissimo per l’azienda che, nonostante tutto, con il suo ultimo smartphone flagship Mate 40 Pro ha mostrato al mondo di avere ancora molto da dire nel segmento dei top di gamma.

Da maggio 2020 in poi il ban di Donald Trump è riuscito a limitare la capacità di Huawei di acquistare chip con tecnologia statunitense da utilizzare in apparecchiature di rete 5G e smartphone come quelli delle serie premium P e Mate. Questi problemi hanno riguardato anche Honor, che dopo la vendita non sarà più soggetta alle sanzioni statunitensi e potrà tornare a operare come prima sui suoi mercati di riferimento: Cina, sud est asiatico e Europa.

Ad oggi i dispositivi a marchio Honor rappresentano circa il 26% del totale venduto dal gruppo Huawei, ma essendo soprattutto smartphone low cost rendono poco rispetto ai top di gamma a marchio Huawei. Un brand con margini di quadagno così bassi non può sopravvivere senza avere la libertà di scegliere i suoi fornitori e, di conseguenza, liberare Honor dalla morsa del ban americano è fondamentale per la sua sopravvivenza.