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iphone sos satellitare Fonte foto: Hadrian / Shutterstock
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IPhone: l'SOS via satellite arriva in Italia

Il servizio di Apple per richiedere soccorsi dove non c’è copertura GSM o WiFi arriva anche in Italia: richiede iPhone 14 e sarà gratuito per i primi due anni

Apple porta anche in Italia il suo servizio di SOS emergenze che tramite connessione satellitare consente di allertare i soccorsi in caso di incidente o di pericolo. Il servizio sarà offerto nel corso del mese di marzo ai possessori di IPhone 14 (tutti i modelli) e, oltre all’Italia, verrà proposto anche in Austria, Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e Portogallo, che si aggiungono alle altre nazioni dove è già attivo, ovvero Stati Uniti, in Canada, Francia, Germania, Irlanda e nel Regno Unito. Come promesso, dunque, Apple ha esteso a tutti i principali mercati del mondo questa funzione di sicurezza molto importante nelle zone in cui non c’è nessuna copertura cellulare.

Come funziona SoS emergenze via satellite

Il servizio consente come detto di inviare un messaggio di SOS anche quando lo smartphone non è sotto copertura cellulare o Wi-Fi. Infatti il sistema si collega ad una rete di satelliti per mettere in contatto utente che necessita d’aiuto con la centrale operativa Apple Emergency Response Center. Per inviare il messaggio è necessario aprire l’app che aiuta l’utente a puntare lo smartphone verso i satelliti per avere la migliore ricezione possibile.

L’app mostra anche un breve questionario a cui l’utente è chiamato a compilare che serve ai soccorsi per capire lo stato di salute di chi richiede soccorso. Il questionario viene poi inviato all’Apple Emergency Response Center che a sua volta si occupa di allertare i servizi di soccorso locali per farli intervenire prontamente sul luogo dell’incidente.

Questo sistema, dunque, ha dietro una struttura abbastanza corposa e, di conseguenza, ha anche dei costi per Apple. Tuttavia, poiché a Cupertino ritengono che le comunicazioni di emergenza via satellite siano importanti per gli utenti, è stato deciso di offrire gratuitamente il servizio per i primi due anni. Non è noto ancora quanto costerà l’SOS satellitare allo scadere di questo periodo.

Nel frattempo, a parte qualche falso allarme, SOS emergenze via satellite ha già salvato la vita ai primi utenti. Un esempio di qualche mese fa è quello di due ragazzi che in California sono finiti in una scarpata con la loro auto. Impossibilitati a chiamare i soccorsi in quanto nella zona non c’era copertura GSM, i due hanno utilizzato il servizio di Apple che, grazie anche all’esatta posizione offerta dal GPS integrato nell’iPhone, ha allertato i soccorsi locali che hanno inviato un elisoccorso che ha proceduto al recupero dei due ragazzi.

SOS via satellite: in arrivo anche su Android

Un altro servizio molto simile a quello offerto da Apple, lo propone Bullit, che ha lanciato di recente il suo Bullit Satellite Connect, un sistema, che al pari di quello proposto da Cupertino, consente di inviare e ricevere SMS via satellite. Il servizio debutterà con gli smartphone Motorola, e più precisamente con il "rugged phone" Motorola Defy.

Sarà poi la volta degli smartphone a marchio CAT, anch’essi pensati per essere utilizzati in condizioni estreme. Bullit comunque rende disponibile il servizio a chiunque ne faccia richiesta, proponendo un app compatibile sia con Android sia con iOS. L’importante è che lo smartphone consenta di collegarsi alle frequenze radio usate dalle reti satellitari. Il tutto ha un costo di 4,99 dollari per l’invio di 30 SMS al mese che sale a 30 dollari per poterne inviare 400.

Al treno dei servizi di emergenza tramite smartphone si aggiunge anche Qualcomm, che all’ultimo CES di Las Vegas ha presentato Snapdragon Satellite, una tecnologia che è stato integrata nell’ultimo SoC Qualcomm Snapdragon 8 Gen 2 e che sarà disponibile tramite aggiornamento del firmware a partire dalla seconda metà dell’anno.

Questa tecnologia, consente di inviare SMS via satellite, sfruttando la rete Iridium che attualmente conta 66 satelliti in orbita terrestre bassa. La connessione in questo caso avviene tramite la cosiddetta "Banda L" che consente le comunicazioni bidirezionali anche nelle zone più remote del globo, dove né rete GSM né WiFi sono presenti.

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