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Li chiamano "diavoli di polvere" e preoccupano molto gli scienziati: ecco come si formano

I cosiddetti diavoli di polvere sono un fenomeno meteorologico apparentemente misterioso, ma dalla spiegazione più semplice del previsto

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Povero diavolo, che pena mi fa. Il verso reso celebre da “Bella senz’anima” di Riccardo Cocciante è perfetto per descrivere le emozioni di questa canzone, ma non i diavoli che stanno rendendo incerto e imprevedibile il meteo americano. Si sta parlando dei cosiddetti “diavoli di polvere”, un fenomeno atmosferico che non fa certo pena ma che invece mette un minimo di apprensione.

Un po’ come accade su Marte, anche quelli che caratterizzano la Terra sono in parte misteriosi. Negli ultimi giorni ne è stato segnalato uno di grandi dimensioni nello Stato del Nevada, più precisamente nel deserto di Black Rock. Il diavolo in questione ha minacciato i campeggi e online sono stati pubblicati diversi video che fanno capire bene di cosa si tratta.

A destare maggiore stupore è stato il filmato di un uomo che ha avuto il coraggio di “affrontare” uno di questi diavoli di polvere, entrando letteralmente nel vortice per spiegare in diretta quello che stava accadendo. Questa persona ha sottolineato di aver fatto fatica a rimanere in piedi, dunque la scelta è stata azzardata anche se c’è stato il lieto fine. L’idea era quella di realizzare un video divertente, visto che il diavolo sembrava innocuo, ma tutta la sabbia ricevuta in faccia ha fatto presto cambiare idea all’uomo. Altre persone hanno rischiato allo stesso modo, ma in cosa consiste esattamente questo fenomeno?

Una massa d’aria più calda

I diavoli di polvere non sono altro che fenomeni tipici delle aree desertiche e più secche della Terra. Diversamente da quanto avviene con le trombe d’aria, non sono legati a una perturbazione in generale, ma hanno a che fare con le cosiddette “correnti convettive”. Queste ultime sono note anche come “nubi a sviluppo verticale” e si formano quando una massa d’aria è più calda di quella circostante e si solleva verso l’alto. Solitamente i diavoli non superano i 500 metri di altezza, senza dimenticare che i danni causati non sono poi così ingenti. Per quanto riguarda, invece, l’incolumità fisica bisognerebbe evitare di avvicinarsi per non essere colpiti da oggetti vaganti.

Il ruolo del sole

I diavoli di polvere sono conosciuti da oltre un secolo e mezzo, cioè da quando sono stati osservati e descritti per la prima volta. Tendono a comparire nei pomeriggi della stagione estiva, soprattutto quando il clima sembra essere tranquillo e calmo, ma allo stesso tempo secco. Un’altra condizione per la loro formazione è il terreno surriscaldato dal sole. Con l’aria calda, infatti, il vortice prende sempre più potenza, con un diametro che può andare da qualche metro a diverse decine. La polvere è il dettaglio che fa la differenza e che li rende visibili all’occhio umano, altrimenti sarebbero soltanto semplice aria.

Non bisogna neanche dimenticare che le particelle di polvere e sabbia vengono raccolte dal vento nell’atmosfera secca e possono anche acquisire una carica elettrica. La gravità tende a far salire le particelle più pesanti in alto, così da distribuire le cariche in maniera stratificata. Sono proprio le distribuzioni appena descritte che vanno poi a generare i cosiddetti campi elettrici verticali. È un fenomeno più comune del previsto, ma tutto sommato gestibile a differenza degli uragani, basta semplicemente tenersene alla larga.