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SCIENZA

La mappa della nostra galassia più dettagliata che si sia mai vista: perché è importante

Racchiude più di 1,5 miliardi di oggetti celesti e combina oltre 500 terabyte di dati: è la mappa a infrarossi della Via Lattea più dettagliata mai realizzata finora

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Pubblicata la mappa della galassia più dettagliata finora Fonte foto: ESO/VVVX survey

Tredici anni di lavoro, una mole più che cospicua di dati e osservazioni prolungate che hanno richiesto sforzi fisici e mentali intensi, ma ne è valsa la pena: adesso abbiamo ufficialmente la mappa della galassia più completa e dettagliata mai realizzata fino ad adesso.

Si tratta di uno strumento prezioso, a infrarossi, frutto del progetto più grande mai condotto dall’Osservatorio Europeo Australe. Per capire quanto sia rivoluzionaria occorre pensare che la mappa precedente, pubblicata nel 2012, contiene solo un decimo degli oggetti e dei corpi celesti che gli scienziati sono riusciti a immortalare in quest’ultima impresa.

L’importanza della mappa

Come recita anche la nota dell’ESO, la mappa è fondamentale perché è stata realizzata utilizzando il telescopio VISTA (Visible and Infrared Survey Telescope for Astronomy), che è riuscito a monitorare le regioni centrali della Via Lattea scattando oltre 200.000 immagini. Le immagini, a loro volta, fissano più di 1,5 miliardi di oggetti celesti e combinano oltre 500 terabyte di dati.

Il risultato è impressionante: per la prima volta abbiamo a disposizione una visione 3D accurata delle regioni interne della nostra galassia, perché la fotocamera a infrarossi VIRCAM di VISTA può scrutare attraverso la polvere e il gas le permeano. Un tempo proprio la polvere e i gas erano una sorta di barriera insormontabile e il fatto di averla aggirata permette di aprire una finestra unica sul nostro ambiente galattico.

Il lavoro per la realizzazione della mappa

Come accennavamo, ci sono voluti tredici anni di lavoro per ottenere queste immagini inedite e rivoluzionarie. Le osservazioni sono iniziate nel 2010 e si sono concluse nella prima metà del 2023. Il team di ricercatori dell’ESO che ha condotto il progetto ha portato avanti le indagini per un totale di 420 notti, senza mai dare nulla per scontato.

Osservando più volte ogni zona del cielo, il team è stato in grado non solo di determinare la posizione di tutti i corpi celesti, ma anche di avere un’idea chiara dei loro movimenti e dei loro cambiamenti di luminosità e potenza. I ricercatori hanno anche mappato le stelle la cui luminosità cambia periodicamente, perché possono essere utilizzate come “righelli cosmici” per misurare le distanze reali tra i corpi presenti.

Ancora,  gli scienziati sono stati in grado di monitorare le stelle iperveloci, oggetti in rapidissimo movimento catapultate dalla regione centrale della Via Lattea dopo un incontro ravvicinato con il buco nero supermassiccio che si trova in agguato proprio lì.

L’area coperta e i corpi celesti mai visti

In termini di area coperta, la mappa immortala un’area del cielo equivalente a 8.600 lune piene. È riuscita a includere anche delle stelle appena nate, che sono spesso incorporate in bozzoli polverosi e ammassi globulari (densi gruppi che riuniscono milioni delle stelle più antiche della Via Lattea). Non solo: la mappa racchiude anche oggetti stellari molto freddi come le nane brune o i pianeti fluttuanti che non orbitano attorno a una stella.

Il progetto è stato uno sforzo monumentale e tutti i risultati, che serviranno anche per i prossimi studi sulla nostra galassia, sono stati riportati in un’accuratissima ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Astronomy&Astrophysics.

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