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SCIENZA

Sono arrivate delle immagini da Marte e sono più interessanti che mai

Si torna a parlare di acqua su Marte grazie ai nuovi e suggestivi scatti inviati da Curiosity: il rover della NASA ha scoperto i resti di antichi laghi e ruscelli

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Com’era Marte, all’inizio della sua storia? Quali misteri nasconde la sua superficie, cosa sappiamo e quanto, ancora, dobbiamo scoprire? Queste sono solo alcune delle domande che scienziati, astrofisici, astronomi e ricercatori si pongono sul Pianeta Rosso, che rimane ancora oggi uno dei corpi celesti più interessanti a portata di strumenti umani. Di sicuro, con il passare del tempo e lo sviluppo di strumenti sempre più all’avanguardia, le nostre informazioni su Marte si sono fatte più complete ma, diciamolo, sono ancora lontane dall’essere esaustive.

Per esempio, ciclicamente gli esperti cercano di dipingere un quadro del pianeta ben diverso da quello che conosciamo, tratteggiando non un panorama polveroso e sabbioso ma un paesaggio rigoglioso, caratterizzato da un composto chimico essenziale per lo sviluppo della vita: l’acqua. Ma su quali basi viene ipotizzato un aspetto del pianeta così diverso da quello odierno e decisamente molto più vicino a quello terrestre?

Le prove dell’acqua su Marte

Le prove presenza di acqua su Marte sono in realtà moltissime e sembrano stare aumentando in rapida successione: solo nel mese di gennaio 2024, per esempio, ai poli del Pianeta Rosso sono state scoperte grandi quantità di ghiaccio, mentre poco tempo prima gli scienziati avevano rintracciato una nuova foce. Queste scoperte si uniscono a una lunga fila di rilevamenti che rendono più verosimili e plausibili le teorie scientifiche che sostengono la presenza di acqua allo stato liquido sulla superficie marziana.

Sono molti gli scienziati che sostengono che l’acqua probabilmente scorresse su Marte durante un’era geologica e climatica molto diversa, sulla quale però abbiamo ancora poche informazioni. C’è però un luogo sul pianeta che sembra custodire e conservare moltissime informazioni considerate non solo utili ma addirittura fondamentali per far luce sulla vicenda: si tratta della cresta di Gediz Vallis, ritenuta un residuo di potenti flussi di detriti antichi.

Le immagini di Gediz Vallis

Gediz Vallis è una formazione geologica, un crinale che unisce i punti più elevati dell’Aeolis Mons, altra zona particolarmente significativa di Marte. La conformazione del terreno di quest’area da sempre fornisce indizi sorprendenti sul fatto che in passato fossero presenti grandi laghi, torrenti e ruscelli. Anche la sua composizione chimica sembra suggerirlo, perché sono stati trovati moltissimi minerali salati che suggerirebbero che l’acqua si è via via asciugata.

Dopo molti tentativi, il rover Curiosity della NASA ha raggiunto la cresta e ha restituito agli scienziati e al mondo intero una panoramica a 360 gradi che ancora oggi fa parlare di sé: le rocce scure che sono state immortalate hanno avuto origine, secondo gli esperti, in altre zone del pianeta. In base a quanto dichiarato dagli studiosi della NASA, il paesaggio è frutto di veri e propri flussi d’acqua che hanno trasportato migliaia di detriti. E non è tutto qui, perché queste immagini forniscono ancora oggi agli scienziati le prove visive dei resti erosi di alcune aree di Marte.

Gli studi su Marte

Da quando Curiosity ha raggiunto Gediz Vallis e inviato le immagini (ben 136, tutte dettagliate) gli scienziati sono stati anche in grado di rilevare le prove della presenza di un antichissimo lago. Ancora oggi gli studi su queste immagini sono in corso, mentre Curiosity sta proseguendo il suo cammino e sta continuando a restituire degli scatti eccellenti.

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