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Aggiornato elenco delle materie prime critiche in Italia: cosa sono e dove si trovano

È stata aggiornata la mappa delle risorse minerarie presenti in Italia, che comprendono le materie prime critiche

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Una panoramica sulle risorse minerarie presenti in Italia, ma anche e soprattutto un modo per fare il punto sulle materie prime critiche: l’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha pubblicato il suo database Gemma (Geologico, Minerario, Museale e Ambientale), mappando in maniera accurata i punti d’estrazione di materiali fondamentali per il Paese e non solo.

I riflettori si accendono sulle materie prime critiche per un motivo molto semplice: si tratta di tutti quei materiali che da una parte sono estremamente richiesti da ogni Paese del mondo e dell’altro stanno diventando sempre più importanti dal punto di vista della transizione energetica e dell’aggiornamento o della creazione di tecnologie digitali.

Cosa sono le materie prime critiche?

Partiamo dalle basi: per chi non lo sapesse, le materie prime critiche (o Crms) sono elementi che si trovano alla base della produzione di beni ormai considerati essenziali per il progresso umano. La parola “critiche” è stato utilizzato sin dai primi anni 2000 proprio per sottolineare l’elevata domanda di approvvigionamenti, dovuta a fattori che possono essere politici, commerciali o ambientali.

Per via di questa elevata domanda, le materie prime critiche hanno anche un’enorme importanza economica in settori strategici, che possono essere messi gravemente in difficoltà nel caso in cui la fornitura si interrompesse. Attualmente sono considerate imprescindibili in tutti i Paesi (Italia compresa) per sostenere la competitività economica e l’innovazione tecnologica.

Il rovescio della medaglia di questo loro essere imprescindibili è la dipendenza: praticamente tutte le nazioni non ne possono fare a meno, cosa che può essere un problema se si considera che molti di questi materiali vengono importati da regioni politicamente instabili o con infrastrutture di approvvigionamento fragili. Ciò ci riporta all’elenco, che viene stilato anche per pianificare meglio le strategie di rifornimento e per investire in tecnologie di riciclo e recupero, oltre che per collaborare a livello internazionale al fine di assicurare un flusso costante e sostenibile.

Quali sono le materie prime critiche?

Prima di tornare al focus dell’Ispra sulla situazione italiana occorre sapere che dal 2011 l’Unione Europea revisiona ogni tre anni la lista delle Crms. L’aggiornamento di questo elenco non è una semplice questione burocratica: la lista ufficiale, infatti, viene stilata per comprendere meglio come affrontare le dinamiche globali di approvvigionamento e garantire la sicurezza delle risorse necessarie per le tecnologie avanzate e per le energie rinnovabili.

Attualmente le materie prime critiche sono quasi 50: afnio, alluminio, antimonio, arsenico, barite, berillio, bismuto, boro, carbone da coke, cerio, cobalto, disprosio, elio, erbio, europio, feldspato, fluorite, fosforite, fosforo, gadolinio, gallio, germanio, grafite naturale, iridio, itterbio, ittrio, lantanio, litio, lutezio, magnesio, manganese, neodimio, nichel, niobio, olmio, palladio, platino, praseodimio, rame, rodio, rutenio, samario, scandio, silicio, stronzio, tantalio, terbio, titanio, tulio, tungsteno e vanadio.

Queste materie (fra cui compaiono diverse terre rare) sono spesso importate da Paesi che si trovano fuori dell’Europa, con la Cina che domina la produzione di molti di questi materiali, rendendo l’Europa vulnerabile a interruzioni geopolitiche.

Dove si trovano le materie prime critiche in Italia?

Secondo il database Gemma dell’Ispra attualmente le miniere ufficiali sono 76, delle quali 20 producono feldspato, minerale essenziale per l’industria ceramica e2  fluorite (nei comuni di Bracciano e Silius), che ha un largo uso nell’industria dell’elettronica e della refrigerazione. La miniera più importante di fluorite è quella di Genna Tres Montis (Sud Sardegna), che potrebbe divenire una delle più importanti d’Europa.

Non contando su grandi numeri, l’Italia è impegnata ormai da diverso tempo nello sviluppo di soluzioni innovative per gestire e ridurre la dipendenza dall’estero, puntando sull’urban mining e sul riciclo. Nello specifico, l’urban mining si concentra sul recupero di materiali preziosi da apparecchiature elettroniche a fine vita, Raee, e altri rifiuti complessi. Questi rifiuti contengono metalli preziosi e critici, come oro, argento, rame, terre rare e cobalto.

Eppure, con la sua mappa aggiornata l’Ispra sottolinea che i dati sui giacimenti sfruttati in passato e quelli provenienti dalle campagne di ricerca documentano la presenza di numerose altre materie prime critiche, dalla Sicilia fino alla Lombardia. Per questa ragione, verranno avviate nei prossimi mesi (e anni) diverse tavole rotonde per trovare soluzioni che potrebbero ridurre la dipendenza dai prodotti esteri.

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