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SCIENZA

Il mistero delle esplosioni radio cosmiche arrivate sulla Terra

Misteriosi segnali radio continuano a raggiungere la Terra: alcuni sono velocissimi, altri arrivano da molto lontano. Ecco quali sono le ultime teorie degli astronomi.

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Sono più di 15 anni che gli astronomi cercano di svelare il mistero dei lampi radio veloci, vere e proprie esplosioni energetiche che attraversano lo spazio in tempi estremamente rapidi, a volte provenendo da molto lontano. Uno degli enigmi più grandi è proprio la loro origine: quale corpo celeste può dare vita a questi segnali radio? Un nuovo studio cerca di fare chiarezza sulla questione, ecco i suoi risultati.

L’enigma dei lampi radio veloci

I lampi radio veloci, chiamati anche FRB (dall’inglese Fast Radio Burst), sono delle esplosioni di onde radio della durata di pochissimi millisecondi, ma dalla potenza incredibile. Studiarli è davvero difficile: gli astronomi non sanno mai dove avverrà il prossimo avvistamento, che essendo così rapido non offre molte opportunità per un’attenta osservazione. Il primo lampo radio veloce è stato registrato nel 2007, e da quel momento ne sono stati individuati circa 750, la maggior parte dei quali a frequenze radio comprese tra  i 100 megahertz e gli 8 gigahertz.

Alcuni segnali radio si ripetono velocemente, altri invece sono stati avvistati singolarmente. Ognuno di loro emette una grande luminosità, che permette di vederli anche a distanze enormi. Proprio di recente è stato osservato il lampo radio veloce più lontano e luminoso mai visto, proveniente da oltre 8 miliardi di anni luce di distanza e in grado di emettere tanta energia quanta il nostro Sole ne abbia emessa in più di 16 anni. Uno degli enigmi più interessanti sui FRB riguarda la loro origine: la teoria principale è che i lampi radio veloci provengano da magnetar, ovvero stelle di neutroni giovani ed estremamente dense, dotate di un enorme campo magnetico.

L’ipotesi sull’origine dei FRB

Un nuovo studio conferma questa ipotesi: l’astronomo Mark Snelders, dell’Istituto Olandese di Radioastronomia, ha condotto un’indagine volta a verificare l’esistenza di lampi radio veloci che fossero ancora più brevi di quelli fin qui individuati. Grazie ai dati raccolti dal progetto Breakthrough Listen, che ha sede in California, lui e il suo team sono riusciti a rilevare FRB della durata di appena qualche milionesimo di secondo. Questo potrebbe spingere gli scienziati a credere che ci siano più fonti in grado di generare i lampi radio veloci.

Snelders si è concentrato in particolar modo su otto FRB, il più breve dei quali è durato appena 6,5 microsecondi. Ad emetterli è stata una fonte nota di segnali radio, chiamata FRB 20121102A, che si trova a circa 2 miliardi di anni luce di distanza. È possibile che si tratti di una magnetar, ma nessuno può averne la certezza. Il nuovo studio, pubblicato su Nature Astronomy, riporta le conclusioni degli scienziati: la brevità di questi impulsi radio fornisce alcune interessanti informazioni sulla loro sorgente. Innanzitutto, deve trattarsi di un corpo celeste di piccole dimensioni, proprio come una magnetar. Inoltre deve essere un oggetto dall’enorme campo magnetico, ovvero molto compatto ed energetico.

Se l’enigma sulla provenienza dei lampi radio veloci non è ancora stato risolto, il loro studio può però aiutare gli esperti a svelare un altro mistero: quello della materia che si trova tra le galassie, la quale non è ancora oggi stata analizzata. I FRB, infatti, attraversano gas e polveri riportandone alcune distorsioni, offrendo così agli scienziati la possibilità unica di recuperare dettagli su materiale altrimenti invisibile.

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