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Perché Elon Musk sta litigando con TIM

Musk vuole la mappa dei ripetitori per evitare interferenze tra Starlink e connessione cellulare, ma TIM si appella al Ministero per tutelare gli interessi suoi e del Paese

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Da una parte l’accusa di voler rallentare il progresso tecnologico del nostro Paese, dall’altra quella di voler mettere a rischio non solo un segreto industriale, ma addirittura la sicurezza nazionale. In estrema sintesi è questo tutto il nodo del contendere tra Starlink e TIM.

Il famoso Internet Provider satellitare Starlink, azienda della galassia di Elon Musk, ha infatti fatto un esposto formale al Ministero delle Imprese e del Made in Italy affermando che la società leader in Italia nel settore delle reti telefoniche cellulari starebbe provando a metterle i bastoni fra le ruote, non concedendole le informazioni tecniche di cui ha bisogno per implementare a dovere la tecnologia satellitare anche nel nostro Paese.

Le frequenze a 28 GHz

Tutto ruota intorno alla richiesta, da parte di Starlink a tutte le compagnie telefoniche italiane, di conoscere la mappa dei propri ripetitori 5G che trasmettono nella frequenza dei 28 GHz.

Questa frequenza è usata sia dal 5G veloce (il cosiddetto 5G “millimetrico” o “mmWave“), a terra nella comunicazione tra ripetitore e utente, sia da Starlink, in verticale nella comunicazione tra satellite in cielo e parabola a terra e, in futuro, tra satellite e smartphone senza passare da un ripetitore a terra.

Dalle indiscrezioni di stampa trapelate fino ad ora, sembrerebbe che tutte le compagnie telefoniche interrogate da Starlink abbiano fornito le informazioni richieste, tranne TIM che si sarebbe rifiutata di fornire la posizione esatta dei ripetitori.

Secondo TIM, infatti, quelle chieste da Starlink sarebbero informazioni “sensibili” e protette da segreto industriale e “rilevanti per la sicurezza delle comunicazioni“, motivo per cui non è possibile fornirle senza un passaggio dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Telecomunicazioni e sicurezza nazionale

Come la guerra in Ucraina ha recentemente confermato, le torri di trasmissione del segnale cellulare sono effettivamente un asset strategico che può rivelarsi importantissimo anche per la sicurezza nazionale: la guerra moderna, infatti, è sempre più una guerra connessa. La stessa Starlink, d’altronde, è stata invitata a fornire connessione satellitare per i droni ucraini, e lo ha fatto.

Ma, anche in tempi di pace, le connessioni telefoniche sono fondamentali per la sicurezza di un Paese. Basti pensare al nuovo sistema nazionale di allarme in caso di catastrofi naturali, l’ormai famoso IT-Alert, che si basa proprio sulla trasmissione di informazioni salvavita tramite le celle telefoniche.

Il Ministero convoca un tavolo

La tesi di TIM sembra confermata dal fatto che, non appena questa vicenda è diventata di dominio pubblico, il ministro Urso ha effettivamente convocato TIM e Starlink per trovare insieme una soluzione.

Il ministro Urso, infatti, ha dichiarato pubblicamente che “Il ministero si fa subito partecipe di un tavolo di confronto e di coordinamento tra Tim e Starlink per trovare una soluzione che possa consentire la convivenza al meglio delle due tecnologie, come prescrive peraltro la legge“.

Urso ha anche specificato, però, che bisogna garantire sia gli interessi di TIM che quelli di Starlink, ma che la soluzione del problema dovrà a sua volta garantire l’interesse nazionale.