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Ci siamo avvicinati all'oggetto marziano più misterioso di sempre

Non eravamo mai stati così vicini a uno degli oggetti marziani più misteriosi di sempre, ma adesso potrebbe cambiare tutto nello studio del Pianeta Rosso.

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Il suo nome significa “paura” ed è uno degli oggetti spaziali più misteriosi che siano mai stati individuati. Adesso la navicella Mars Express è riuscita ad avvicinarsi a Phobos, una delle due lune di Marte, come mai era accaduto prima. Un evento che ha portato alla scoperta di strutture finora sconosciute e che potrebbero finalmente svelare di più a proposito dell’origine di questo strano oggetto marziano.

L’incontro ravvicinato con Phobos

Phobos è il satellite più grande di Marte e mai prima d’ora lo avevamo visto così da vicino. Tutto merito della navicella spaziale europea Mars Express, impegnata da 19 anni nello studio del Pianeta Rosso, attorno al quale orbita costantemente. Un incontro ravvicinato nel vero senso della parola: Mars Express si è avvicinata a Phobos a una distanza di 83 chilometri lo scorso 22 settembre 2022, al punto da essere in grado di analizzare cosa c’è sotto la superficie della luna marziana.

L’incredibile evento si deve a uno strumento particolare chiamato MARSIS – Mars Advanced Radar for Subsurface and Ionosphere Sounding. Il software era stato originariamente progettato per studiare la struttura interna di Marte, limitandosi (si fa per dire) a una distanza di 250 chilometri dal Pianeta Rosso. Proprio MARSIS ha permesso in tempi recenti agli scienziati di scoprire tracce di acqua su di esso ma, grazie all’ultimo aggiornamento, la distanza massima da Marte si è notevolmente ridotta e ciò ha permesso di guardare da vicino il suo satellite più grande.

MARSIS è uno strumento che funziona mediante una lunga antenna (di 40 metri) che invia onde radio a bassa frequenza verso Marte o Phobos. Queste onde in genere “rimbalzano” sulla superficie del Pianeta Rosso o del suo satellite, ma alcune riescono a penetrarvi in profondità così da individuare diversi strati di materia che, ognuno con le proprie caratteristiche e la propria composizione, rimandano indietro un segnale specifico. Che poi è proprio ciò che il team di studiosi si appresta ad analizzare a proposito di Phobos: una mappatura completa di ciò che nasconde al suo interno.

L’origine misteriosa delle lune di Marte

Come ha ribadito Andrea Cicchetti, membro del team scientifico MARSIS dell’INAF – Istituto nazionale per la Astrofisica, conoscevamo già le due minuscole lune di Marte, ma in modo del tutto superficiale. Scoperte nel 1877 dall’astronomo americano Asaph Hall, proprio da lui erano state chiamate Phobos e Deimos, nomi provenienti dalla mitologia greca che letteralmente si traducono “paura” e “panico”. Termini che sottolineano proprio l’aura di mistero che da sempre avvolge questi oggetti marziani.

Avvicinandosi in modo così spinto a Phobos, gli astronomi potrebbero raccogliere una quantità di dati inediti tale da consentir loro di capire come le lune di Marte abbiano avuto origine. “Siamo ancora in una fase iniziale della nostra analisi – ha spiegato Andrea Cicchetti -, ma abbiamo già visto possibili segni di caratteristiche precedentemente sconosciute al di sotto della superficie lunare”.

Sull’origine di Phobos e Deimos c’è ancora un mondo da scoprire e forse, alla fine, grazie alle nuove informazioni ottenute da MARSIS gli scienziati saranno in grado di spiegare il loro più grande mistero. Date le piccole dimensioni, c’è chi sostiene che si possa trattare non di satelliti veri e propri, bensì di “asteroidi catturati o fatti di materiale strappato da Marte durante una collisione”, come ha spiegato Colin Wilson, esperto della missione Mars Express dell’ESA.

La prossima missione su Phobos

Mars Express non è l’unica missione che intende occuparsi del satellite marziano Phobos. La Japanese Aerospace Exploration Agency (JAXA) ha già in programma un viaggio alla volta del Pianeta Rosso nel 2024, con l’intento sia di recuperare campioni direttamente dalla superficie di Phobos che di avventurarsi nella seconda luna Deimos.